Gazzettino Italiano Patagónico
Il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, nel corso della conferenza nazionale sulle infrastrutture, i trasporti ed il territorio a Roma, 28 febbraio 2019. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

La mediazione di Giuseppe Conte sulle dimissioni Toninelli


  • Danilo Toninelli avrebbe presentato le sue dimissioni da ministro ieri
  • Il presidente Conte lo avrebbe convinto a fare retromarcia
  • Ma il vertice sul Tav tra Lega e M5S si è concluso in un nulla di fatto

Danilo Toninelli avrebbe rassegnato le sue dimissioni nella giornata di ieri. Soltanto la mediazione di Giuseppe Conte avrebbe fatto in modo che il ministro delle Infrastrutture tornasse sui propri passi. Il retroscena è stato riportato questa mattina sul quotidiano La Stampa, in un articolo a firma di Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo. Oggetto del contendere, ovviamente, la Tav. Il governo sembra sempre più orientato a far prevalere la linea di Matteo Salvini che, sull’opera, ormai coincide con quella di Giuseppe Conte.

Dimissioni Toninelli: le cause

Il presidente del Consiglio è certo che l’opera debba essere portata a compimento, il ministro dell’Interno è sicuro che l’analisi costi-benefici commissionata proprio dal ministero delle Infrastrutture sia viziata da un pregiudizio di fondo. Se si aggiunge il clima teso delle scorse ore, con l’opposizione tutta schierata per una mozione di sfiducia nei confronti di Toninelli, si può ben comprendere alla fine la perplessità dell’esponente del Movimento 5 Stelle. Il suo partito è sempre stato sulle barricate in Val di Susa, insieme ai No Tav. Ora che anche Luigi Di Maio sembra essersi ammorbidito verso il sì all’opera, Danilo Toninelli non ci sta a passare per traditore. Tuttavia, quando ormai le dimissioni erano pronte, è stato Giuseppe Conte a scongiurare una crisi che poteva essere ancora più grave del previsto. Il presidente del Consiglio avrebbe telefonato al suo ministro e lo avrebbe convinto a fare marcia indietro, per cercare una mediazione che potesse andare bene a tutti. Poi, va in scena il vertice nel corso del quale Lega e Movimento 5 Stelle non riescono a trovare una quadra. Conte vuole scongiurare la caduta del governo sulla Tav e punta a far partire lo stesso i bandi Telt per non perdere il finanziamento europeo da 300 milioni di euro. La soluzione che sembra più plausibile, al momento, ma che in realtà è soltanto un tampone, sarebbe il congelamento dell’opera almeno fin dopo le elezioni europee di maggio, con l’iter burocratico che nel frattempo dovrebbe andare avanti. Ma la base del Movimento 5 Stelle rumoreggia. Il governo scricchiola.

Gianmichele Laino

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