Gazzettino Italiano Patagónico
Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu chairs the weekly cabinet meeting at his office in Jerusalem, Sunday, December 9, 2018.

Benjamin Netanyahu incriminato: i casi mossi dal procuratore generale


  • Benjamin Netanyahu è accusato di corruzione, frode e violazione di fiducia.
  • Il sostegno al primo ministro del Likud e dell’alleanza dei partiti di destra: «Persecuzione politica»
  • La leader dell’opposizione Shelly Yachimovich chiede le dimissioni: «Non tenga in ostaggio il paese»

Il procuratore generale d’Israele Avichai Mandelblit intende incriminare il primo ministro Benjamin Netanyahu. Lo ha confermato  in una lettera inviata al premier. La decisione del procuratore potrebbe influenzare le elezioni anticipate previste per il 9 aprile. I reati contestati a Netanyahu sono di corruzione, frode e violazione di fiducia. L’udienza in cui verrà formalizzata l’incriminazione contro Benjamin Netanyahu si terrà dopo il voto delle elezioni previsto per il 9 aprile, proprio per assicurargli la possibilità di poter ma sicuramente influenzerà la campagna elettorale del primo ministro israeliano. Le accuse mosse dal procuratore contro il primo ministro sono di corruzione, frode e violazione di fiducia relativi a tre episodi distinti. Il primo è il cosiddetto «Caso 4000» che indaga sui rapporti tra il primo ministro e Shaul Elovitch, magnate delle telecomunicazioni. Il secondo invece, denominato «Caso 2000» indaga su un presunto accordo stretto da Netanyahu con Arnon Mozes, il proprietario del quotidiano «Yedioth Ahronoth» al fine di ottenere una copertura mediatica particolarmente favorevole. Infine la terza inchiesta «Caso 1000» ruota intorno ai sospetti che il primo ministro israeliano abbia ricevuto, in cambio di favori, la somma di circa 282 mila dollari da diversi miliardari.

Benjamin Netanyahu incriminato, il sostegno del partito: «Caccia alle streghe, questa è persecuzione»

Il Likud, partito di Benjamin Netanyahu, ha commentato la notizia denunciando una «persecuzione politica» nei confronti del premier e candidato per le prossime elezioni. «La caccia alle streghe contro il primo ministro è iniziata con un tentativo di inchiodarlo in quattro casi di corruzione, tre dei quali sono già stati archiviati prima dell’audizione» si legge in un comunicato ufficiale diffuso dal Likud. «Il resto delle accuse crolleranno allo stesso modo come una casa di carte non appena il primo ministro si confronterà con i testimoni e non appena saranno portate a testimoniare decine di persone che stranamente non sono state interrogate e che presenteranno documenti in grado di provare che le azioni e le decisioni del primo ministro sono state sempre nel pieno della legalità» continua la nota. Sostegno a Netanyahu è arrivato anche dall’alleanza elettorale dei partiti di destra. «Ogni persona, incluso Benjamin Netanyahu, é innocente fino a prova contraria» si legge in una dichiarazione ufficiale rilasciata dall’alleanza, dove viene confermato che «il primo ministro Netanyahu sarà il candidato per formare un governo di destra forte e stabile». La dichiarazione conclude poi sottolineando come «ora più che mai l’unica lista realmente impegnata nella Terra di Israele deve essere grande e forte per impedire la creazione di uno Stato terrorista palestinese».

L’opposizione chiede le dimissioni: «Non sei Superman, le battaglie personali influenzeranno decisioni cruciali»

Dall’opposizione invece vengono richieste a gran voce le dimissioni:«Non è più idoneo a ricoprire la carica di primo ministro d’Israele dopo l’incriminazione annunciata oggi dal procuratore generale» ha dichiarato Shelly Yachimovich. «A partire da questo triste momento Netanyahu combatterà per la sua vita personale: non è adatto a lottare per la vita dei cittadini dello Stato, non è adatto a essere primo ministro e non è neanche in grado di candidarsi alle elezioni» ha continuato la leader del Partito laburista israeliano, rivolgendosi poi direttamente a Netanyahu: «Se sei patriota non puoi prendere in ostaggio un intero paese. Non sei Superman, nessun essere umano può prendere decisioni cruciali a livello nazionale senza che siano influenzati dalla sua battaglia personale».

Gaia Mellone

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