Quasi sei tonnellate di carne di renna sono state trovate all’interno di un camion di bracconieri diretto in Jacuzia. Il blitz è stato compiuto dai volontari del WWF Russia che hanno agito in sinergia con gli uomini del locale Ministero dell’Ambiente.
27 animali
Durante l’ispezione sono state prelevate 27 carcasse di renne procurate illegalmente, oltre a corna congelate in sacchi, per un totale di 5.795 chilogrammi; secondo i volontari, gli animali sono stati cacciati nelle zone della Siberia centrale. Dopo l’ispezione che ha condotto al sequestro, la Federazione russa ha aperto un fascicolo ai sensi dell’articolo 258 del codice penale. I documenti sono stati trasferiti alle forze dell’ordine della regione di Olenek per ulteriori indagini.
Sostentamento per le popolazioni locali
La sopravvivenza delle renne è legata a doppio filo con quella dei popoli indigeni che dall’animale ricavano pellame e carne. «La renna selvatica è la base della vita di molte popolazioni indigene che vivono nell’estremo nord del Paese – spiega il coordinatore del Programma Artico del WWF nell’ecoregione di Taimyr, Sergey Verkhovets –. Il suo barbaro sterminio compiuto dai bracconieri minaccia l’esistenza della popolazione e quindi la vita delle persone che da questa risorsa dipendono completamente. Grazie all’aiuto dei nostri sostenitori, nell’estate del 2018 siamo stati in grado di istituire postazioni di ispezione sui fiumi, dove passano questi animali, il che ha permesso di eliminare i casi di bracconaggio di massa. Un’altra forma di supporto erano lo scambio di informazioni e le incursioni a lungo termine da parte del servizio di controllo delle foreste statali. E siamo lieti che i nostri sforzi non siano sprecati».
Marta Frigerio