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Matteo Salvini: «Voto su Rousseau non sia come quello su Sanremo»


  • Matteo Salvini è ospite di Non è l’Arena di Giletti
  • Commenta la decisione del M5S di sottoporre la sua autorizzazione a procedere al giudizio della piattaforma Rousseau
  • “Speriamo che non sia come il voto di Sanremo”

Il nazionalpopolare diventa politica nel governo del cambiamento. Il segreto, del resto, sta proprio qui: parlare alla gente come se fossimo davanti al caminetto, sul divano di casa. Questo vale anche se sei vicepremier e ministro dell’Interno. Così Matteo Salvini, ospite della trasmissione di La7 Non è l’Arena condotta da Massimo Giletti, è intervenuto sulla votazione di oggi della piattaforma Rousseau. Gli iscritti al M5S saranno chiamati a esprimersi sulla sua autorizzazione a procedere richiesta dal tribunale dei ministri sul caso della nave Diciotti. Salvini sembra tranquillo e si lascia andare persino a una battuta. Che poi tanto battuta non è, dal momento che – dallo scorso week-end in poi – ha monopolizzato il dibattito, non soltanto quello dei rotocalchi, ma anche quello della politica. E allora anche la polemica sul voto popolare e su quello della giuria di esperti del Festival di Sanremo sembra assumere un senso nuovo. Nel week-end scorso, Salvini e gli altri erano stato piuttosto severo nel commentare la vittoria di Mahmood e aveva avviato un dibattito – senz’altro molto profondo, con tutto quello che sta capitando al Paese – sull’opportunità di far contare soltanto il televoto (che aveva deciso per la vittoria di Ultimo). Ora, lo stesso principio sanremese viene applicato all’agone politico. Matteo Salvini commenta il voto sulla piattaforma Rousseau e si lascia scappare una frase che si insinua nella mente degli italiani all’ascolto come un tarlo: «Speriamo che il voto su Rousseau non sia come quello di Sanremo – dice il ministro dell’Interno -, in cui la giuria ribalta la volontà popolare. Spero ci sia più trasparenza».

La metafora usata da Matteo Salvini

Dunque, se dobbiamo spiegare la metafora, il televoto sarebbe rappresentato dalla consultazione online e la giuria di esperti sarebbe rappresentata dai probiviri della Casaleggio. Sono loro che, secondo Salvini, non devono ribaltare il risultato. La richiesta di trasparenza per una piattaforma di democrazia diretta da parte di un leader di partito dal vecchio apparato, poi, deve suonare come una beffa in casa M5S.

Con una battuta, Matteo Salvini l’ha buttata lì: il popolo, anche quello del M5S, secondo lui, è pronto a sostenerlo. Bisognerà contare sulla lealtà dei politici che, fino a qualche tempo fa, di quello stesso popolo erano la proiezioni perfetta. E adesso chissà.

Gianmichele Laino

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