Il Kung Fu nasce nella Cina del nord, nel monastero di Shaolin, mitico luogo in cui si originarono tutte le arti marziali cinesi, prima di subire influenze e contaminazioni di altri stili ed altri paesi. Gli stili principali di Kung Fu sono lo Shaolinquan, il Win Chun e il Tai Chi Chuan. Alle origini del mito, il leggendario monaco buddista Bodhidharma, principe indiano, si stazionò all’interno del monastero per insegnare il buddismo Zen (o Chan, in cinese), poi praticato in tutta la Cina. Il Bodhidarma si accorse ben presto però che i monaci erano debilitati nel fisico, a causa delle molte ore di meditazione, che concessero loro uno spirito elevato, ma un fisico provato. All’inizio, secondo la ricostruzione storica più accreditata (studi recenti hanno messo in discussione questa teoria, ponendo l’introduzione delle arti marziali nel monastero in un’epoca successiva al principe indiano) Bodhidarma diede una serie di 18 esercizi chiamati Luohan Shou (i diciotto protettori di Buddah), vedendo come il tono muscolare dei monaci suoi allievi crebbe e migliorò sensibilmente la loro salute. Successivamente, quando il Bodhidarma lasciò il monastero Shaolin, i monaci iniziarono a studiare i movimenti degli animali, cercando di riprodurli in quelle che poi diventarono le prime tecniche di arti marziali dei cinque animali. Si tratta di una storia interessante, di come la fisionomia e le caratteristiche animali furono aggetto di studio minuzioso. Ce ne parla Luca Mastini, maestro di kung fu presso il Centro Studi Kung Fu Spoleto: «Lo studio degli animali prevedeva l’osservazione nel loro habitat naturale, durante momenti quotidiani della giornata. Non dissimile da quella che oggi è l’osservazione da parte di un naturalista. I monaci osservavano gli animali mentre cacciavano, mentre camminavano, mentre erano fermi ad osservare le prede, mentre combattevano tra di loro per la supremazia territoriale o per il diritto di accoppiamento, o mentre combattevano con animali diversi. Da questa osservazione estrapolarono dei movimenti di base, che poi furono tramutati in vere e proprie tecniche. Ci sono quattro animali di base dalle quali osservazioni sono stati tirati fuori dei movimenti: tigre, leopardo, gru e serpente. Il drago, quinto dei cinque animali, si sviluppò dopo, ed essendo una creatura leggendaria, esso rappresenta il mondo interiore. Nacquero così i primi rudimenti dello shaolin, legati al movimento degli animali. All’inizio queste osservazioni servivano solo per la creazione di esercizi di buona salute, per poi diventare delle vere e proprie tecniche marziali». Questo è un ulteriore conferma di quanto il legame tra uomo e natura sia profondo e di come esso abbia ispirato e continua ad ispirare una connessione che porta a risultati strabilianti, come la nascita delle arti marziali cinesi.
Lorenzo Ciotti