Cresce lo scontro politico in un Venezuela devastato ed allo sbando che preoccupa anche l’Italia per le sorti della grande comunità di connazionali che vive nel paese. Intanto sono gli Usa mostrare il pugno nei confronti del presidente venezuelano, Nicolas Maduro: “Egli può decidere se finire i suoi giorni su una spiaggia carina lontano dal Venezuela oppure in un luogo come Guantanamo”. Ha scandito con forza il consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, John Bolton, secondo il quale è meglio che Maduro “si avvalga al più presto del consiglio” di ritirarsi piuttosto che ritrovarsi in una base Usa a Cuba. Trump non scarta, quindi, l’ipotesi di un intervento militare Usa nel paese sudamericano. Maduro reagisce all’accerchiamento: il capo dello Stato ha assicurato con enfasi: “Resto fermo e posso dirvi che vinceremo in questa battaglia storica e in futuro diremo che è valsa la pena di lottare”. Crescono in Italia le preoccupazioni per i connazionali che attraverso l’ambasciata a Caracas hanno fatto sapere di sentire forte il peso di un pericolo incombente. Nel sito ufficiale dell’ambasciata le notizie si fermano al 17 gennaio scorso. L’Italia ieri è stato l’unico Peasi dei 28 a bloccare una proposta di compromesso Ue sul Venezuela, avanzata dalla ministra degli Esteri svedese Margot Wallstrom, con cui si accettava il ruolo di Juan Guaidò come presidente ad interim fino a nuove elezioni. Ieri in una esclusiva sul Tg2 è stata raccolta la voce del presidente dell’Assemblea nazionale, Juan Guaidò: ”Maduro ha perso il controllo del paese e la popolazione sta soffrendo. Ci sono 70 giovani assassinati in una settimana dal faes, le forze speciali di polizia, e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini”.
ndr