Malnutrizione
e cattivi stili di vita potrebbero veder aumentare il cancro al seno
che negli ultimi anni ha visto colpire anche donne con meno di 50 anni.
E’ quanto emerge dal congresso in corso a Napoli sulla relazione tra
cibo e patologie cancerose organizzato da NBN.
Gli esperti mondiali
ritengono che i casi di malattia vedranno un incremento sino a
raddoppiare anche nelle donne più giovani, entro il prossimo decennio.
Tra le cause sono indagate speciali le cause alimentari e l’aumento del
sovrappeso e dell’obesità. Un campanello d’allarme arriva dall’addome e
dall’incremento di peso di oltre 5 kg. che rivela in molti casi la
possibilità di essere colpiti da forme diverse di cancro.
Decisivi
per allontanare lo spettro di queste patologie sono modelli dietetici
virtuosi riconosciuti come decisivi nella prevenzione primaria e
secondaria del cancro: consumo regolare di frutta e verdura, adozione
della dieta mediterranea, assunzione di sostanze antiossidanti come beta
carotene e vitamina E, attività fisica costante, questi i pilastri
della prevenzione . Mentre il consumo regolare di carni rosse sia
fresche che lavorate durante l’adolescenza sono stati correlati ad un
aumento del tumore alla mammella in età pre-menopausale.
Una
strategia nutrizionale corretta ha ragione anche della prognosi ed è in
grado di prevenire il ritorno della malattia. Strategia che non può
essere improvvisata ma deve essere messa a punto da specialisti in
Nutrizione Clinica che devono evitare che la donna sviluppi una
malnutrizione per eccesso (un effetto piuttosto comune successivo alla
malattia). L’importanza del peso come fattore di rischio oncologico é
noto: il World Cancer Research Fund ha stimato che il 21% di 11 tipi di
cancro potrebbe essere prevenuto se la popolazione mantenesse un indice
di massa corporea (BMI) inferiore a 25.
Ma uno studio apparso da pochi giorni su Nature Communications
ha sottolineato l’importanza della distribuzione del grasso corporeo
individuando quello addominale come più forte predittore del rischio di
sviluppare una neoplasia. La ricerca ha preso in esame BMI e
circonferenza addominale di oltre 26mila soggetti che avevano
partecipato all’Alberta Tomorrow Project. Uomini e donne con un BMI
superiore a <30 mostravano rispettivamente il 33% e il 22% di rischio
aumentato e la proporzione di casi di cancro attribuibili all’eccesso
di peso era positiva per 7 siti: colon-retto, endometrio, esofago,
cistifellea, pancreas e reni)
“La malnutrizione per eccesso (BMI
<30) è stata additata come fattore di rischio per i tumori al seno
positivi ai recettori ER nelle le donne in post menopausa” prosegue il
Professor Muscaritoli “ma un nuovo studio ha preso in esame donne con
BMI compreso tra 18 e 25 ”.
L’indagine di Iyengar pubblicata su Jama Oncology ha
esaminato con la tecnica DXA (assorbimetria a raggi X a doppia energia)
la composizione corporea e la presenza di tessuto adiposo in un
campione di 3460 donne tra i 50 e i 79 anni di età. Durante il follow up
della ricerca di 16 anni sono stati registrati 186 casi di tumore al
seno, di cui 146 di tipo ER+. Il rateo di rischio calcolato è stato di
1.7 volte maggiore per le forme di cancro invasive nelle donne con
maggiore massa grassa e di 1.9-2.1 volte maggiore per i tumori ER+.
“Il dato sconcertante è che anche un aumento di soli 5 kg è stato
associato con un aumento del 35% del rischio e che quando la
localizzazione era sul tronco il pericolo aumentava sino al 56%, con
particolare incidenza delle forme più invasive” spiega Maurizio
Muscaritoli “questo significa che dobbiamo estendere la nostra
attenzione anche a forme di sovrappeso lieve e alla localizzazione del
tessuto adiposo che funziona da vero e proprio ‘trigger’ tumorale”.
Maria Carotenuto