Che cosa abbia spinto il senatore del Movimento 5 stelle Matteo Mantero a presentare un disegno di legge per depenalizzare la coltivazione, in proprio o in forma associata, di cannabis, non è proprio chiaro dal punto di vista degli obiettivi strategici di un Paese. La proposta prevede anche di alzare i limiti di Thc – la sostanza psicotropa che è il principale principio attivo della canapa, nonché quello con valore legale per stabilire la legittimità della commercializzazione – per la cannabis legale (da 0,2% a 1%), e di togliere le sanzioni per la cessione gratuita di piccole dosi di marijuana tra maggiorenni. La questione, come era immaginabile ha suscitato le reazioni di una parte della maggioranza più conservatrice. Mario Adinolfi, Presidente del Popolo della Famiglia, intervenendo a Radio Cusano Campus attaccando la ministra della Salute, Giulia Grillo: “Legalizzazione cannabis? E’ un segnale politico che non si era mai visto. Non c’era mai stato un esponente di questo livello del governo che presentasse una proposta di legge del genere. Qui non parliamo neanche di cannabis light, che il Comitato superiore di sanità ha definito potenzialmente nociva. Non solo il ministro Grillo non gli ha dato retta, ma ha sciolto il Comitato e la cannabis light si continua a spacciare”. Se il disegno di legge fosse approvato, ha sostenuto Mantero in un post apparso il 9 gennaio sul blog di Beppe Grillo, sarebbe possibile coltivare fino a tre piante femmine – quelle che producono le cime psicoattive – e detenere fino a 15 grammi di marijuana in casa e 5 grammi fuori.
ndr