La
Cgia di Mestre, l’Associazione artigiani piccole imprese del comune
veneto, diventata un punto di riferimento per l’economia grazie al suo
centro studi, ha appena lanciato l’allarme sull’introduzione del
reddito di cittadinanza con la manovra finanziaria appena approvata.
Secondo il centro studi dell’associazione c’è il rischio concreto che la
metà dei 6 miliardi che il governo erogherà per il reddito di
cittadinanza, pari a 3 miliardi di euro, possa “finire nelle tache di
persone che non ne hanno diritto”. E’ possibile cioè “ipotizzare che
circa la metà della platea dei teorici destinatari di tale misura
potrebbe essere posta da persone che lavorano in maniera irregolare”.
Secondo i primi dati, i soggetti che beneficeranno del reddito
potrebbero essere poco più di 4 milioni che potrebbero equivalere a
circa 1.375 mila nuclei familiari.
“A causa dell’assenza di dati
omogenei relativi al numero di lavoratori in nero presenti in Italia che
si trovano anche in stato di deprivazione – scrive la Cgia – non
possiamo dimostrare con assoluto rigore statistico questa tesi.
Tuttavia, vi sono degli elementi che ci fanno temere che buona parte dei
percettori del reddito di cittadinanza potrebbe ottenere questo
sussidio nonostante svolga un’attività lavorativa in nero, sottraendo
illegalmente alle casse dello Stato un’ingente quantità di imposte,
tasse e contributi previdenziali. In altre parole, l’Amministrazione
pubblica, al netto delle misure di contrasto previste, sosterrà con il
reddito di cittadinanza un pezzo importante dell’economia non
osservata”.
La replica all’allarme lanciato dalla Cgia arriva dal
Movimento 5 Stelle: “Una visione miope che non tiene minimante conto
delle misure che, in legge di Bilancio ma non solo, il Governo e la
maggioranza che lo sostiene hanno messo in campo proprio per combattere
tutti i possibili abusi. Un meccanismo che prevede il lavoro coordinato
di una serie di soggetti pubblici – Inps, Agenzia delle Entrate, Centri
per l’impiego e Ispettorato Nazionale del Lavoro che avrà a disposizione
oltre 900 tra nuovi ispettori e dirigenti nei prossimi tre anni – che
vigileranno quotidianamente sul rispetto delle regole, intervenendo
tempestivamente nei confronti di chi vuole fare il furbo. Inoltre, il
patto che i beneficiari del Reddito di cittadinanza saranno tenuti a
rispettare con lo Stato, su tutti l’avvio di un percorso di
riqualificazione lavorativa presso i Centri per l’Impiego e la garanzia
di un piccolo contributo a favore della collettività, renderà
impossibile il contemporaneo svolgimento di un lavoro in nero. Il
Reddito di cittadinanza è una misura necessaria e non più rinviabile e
non saranno certo le fake news a fermarci”. Così, in una nota, Nunzia
Catalfo, senatrice del MoVimento 5 Stelle, presidente della Commissione
Lavoro.
Maria Nardelli