- Dal 22 dicembre, i migranti a bordo della Sea Watch sono bloccati sulla nave
- Qualsiasi Stato ha negato l’approdo ai 32 migranti
- L’appello dei medici per le difficili condizioni di salute dei naufraghi
Il cattivismo non si ferma nemmeno nelle vacanze di Natale. Il titolo del Manifesto di oggi, in proposito, è eloquente e riguarda i migranti sulla Sea Watch: «gli ultimi dell’anno». Non c’è stato un singolo giorno in queste feste in cui i governi abbiano avuto pietà per 32 persone di diverse nazionalità (tra queste diversi bambini) che da 11 giorni sono bloccati a bordo di una nave della ong, in balia del mare mosso e di quella logica assurda della chiusura dei portiche, ormai, da più di otto mesi sta caratterizzando la politica interna dell’Italia, ma anche di altri Paesi del Mediterraneo.
Migranti Sea Watch, gli appelli inascoltati
Dal 22 dicembre nessuno Stato, infatti, ha acconsentito allo sbarco della nave. Natale a bordo, Capodanno a bordo. Cercando di non far mancare il sorriso specialmente ai bambini. I volontari della Sea Watch stanno disperatamente condividendo appelli e messaggi d’aiuto per cercare un supporto in questi giorni difficili, ma invano. «Aiutateci a risolvere questa grave situazione» – ha detto Rob, della Sea Watch, direttamente dal ponte della nave. Il suo video, in rete, è diventato virale, ma nessuno lo ha ascoltato seriamente. E intanto preoccupano moltissimo le condizioni di salute delle persone a bordo, con il rischio epidemia dietro l’angolo.
Le difficili condizione di salute dei 32 migranti Sea Watch
La squadra dei medici a bordo della tedesca Sea Watch, infatti, ha lanciato l’allarme per ricordare quanto siano difficili le condizioni attuali e come le ridotte dimensioni della nave possano condizionare lo stato di salute dei migranti e dei membri dell’equipaggio: «La nave non è idonea per tenere così a lungo a bordo donne, uomini e bambini che hanno bisogno di assistenza e di un porto sicuro – hanno detto -. Al momento i migranti stanno bene ma i rischi aumentano, dalle possibilità di contrarre malattie alla carenza di approvvigionamenti».
Ginmichele Laino