In tutto il mondo i rapaci notturni stanno soffrendo cali demografici legati a un problema ancora poco studiato e poco divulgato, ovvero la mortalità provocata dai Rodenticidi, i veleni usati per il controllo dei roditori. Per uccidere i topi, infatti, si abusa di prodotti chimici che se da un lato provocano la morte dei roditori, dall’altra innescano una drammatica sequenza di morte. Questi mammiferi, infatti, muoiono solo dopo un po’ di tempo dall’ingestione del veleno e i rapaci, che li catturano con facilità per via della loro limitata mobilità, rimangono loro stessi vittime degli medesimi pesticidi. Gli studi in tutto il mondo sono troppo rari per comprendere la dimensione di questo problema, ma un recente studio condotto in California ha portato alla luce la questione. I ricercatori dell’Università della California hanno, infatti, deciso di monitorare la mortalità degli allocchi barrati (Strix varia) e dei rari allocchi maculati (Strix occidentalis caurina) non limitandosi alle zone periurbane, ma spingendosi nelle foreste più selvagge del Golden State. Il risultato è che anche nelle foreste meno accessibili gli allocchi barrati hanno evidenziato una mortalità significativa derivata da rodenticidi anticoagulanti (AR). Gli autori hanno ipotizzato che la recente massiccia espansione della produzione legalizzata di marijuana in California abbia effetti negativi sulle prede e sui rapaci. Infatti, per ottenere risultati produttivi migliori nella produzione di questa singolare coltivazione si fa largo uso di questi veleni che poi producono un effetto davvero indesiderato, ovvero eliminare prede e predatori. I prossimi studi si concentreranno per valutare quali contromisure si possono adottare per limitare questo problema.
Marco Mastrorilli