Stop alla caccia al coniglio e chiusura dell’attività venatoria il 31 gennaio. È quanto stabilito dall’Ordinanza del Consiglio di Giustizia Amministrativa della Sicilia n. 857 del 17 dicembre 2018, pronunciamento con cui è stata sostanzialmente confermata la precedente Ordinanza del TAR di Palermo che aveva accolto il ricorso contro il calendario venatorio presentato dalle associazioni ambientaliste rappresentate dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice.
Cosa cambia
L’Ordinanza decreta così la chiusura della caccia al coniglio per l’intera stagione venatoria, la chiusura totale della caccia al 31 gennaio, la chiusura anticipata al 20 gennaio per la cesena, il tordo bottaccio e il tordo sassello e la chiusura anticipata della caccia al colombaccio e alla beccaccia al 10 gennaio. Il pronunciamento del Giudice Amministrativo ha anche stabilito due importanti novità: che il parere dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) può essere disatteso dalla Regione non con generiche motivazioni ma solo sulla base di dati specifici obiettivamente verificabili e che va applicato il principio di precauzione.
Il parere degli esperti
Inoltre, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha disposto per la prima volta un’importante Consulenza Tecnica di Ufficio, affidata al professor Bruno Massa, ordinario di zoologia all’Università di Palermo. Le associazioni ambientaliste, dal canto loro, avevano presentato una propria consulenza di parte del professor Mario Lo Valvo, anch’esso dell’Università di Palermo.
Basarsi sui dati
L’Ordinanza rappresenta un precedente importante e rimarca la necessità di attenersi ai dati scientifici. «Il rapporto tra caccia e tutela della fauna subisce una radicale inversione in favore di dati scientifici certi, obiettivi e verificabili che devono costituire il presupposto per ogni eventuale prelievo venatorio – spiega il WWF, una delle associazioni che aveva presentato il ricorso –. Da oggi il diritto ambientale si arricchisce di un pronunciamento del Giudice Amministrativo che riorienterà in termini cautelativi i provvedimenti delle Regioni».
Marta Frigerio