Gazzettino Italiano Patagónico
Il ministro del Lavoro dello Sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio (S) con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti (D) in aula alla Camera durante la votazione degli emendamenti del Decreto dignità, Roma, 31 luglio 2018. ANSA/ANGELO CARCONI

L’ultimatum della Lega (via Giorgetti) al M5S: «Sì all’autonomia delle Regioni del Nord o a casa»


  • L’avvertimento del numero due della Lega Giorgetti agli alleati M5S: autonomia delle Regioni del Nord o cade il governo
  • «Come noi votiamo il reddito di cittadinanza, da loro ci aspettiamo che votino questa norma», le parole del sottosegretario

Il Movimento 5 Stelle ha indicato il reddito di cittadinanza come principale proposta di governo. Ma anche la Lega ha le sue priorità, e non si tratta solo della modifica della legge Fornero sulle pensioni con la quota 100. Gli uomini del Carroccio vogliono imporre un ultimatum agli alleati di governo sull’autonomia di Lombardia e Veneto. I pentastellati hanno dei dubbi, ritengono che il testo non sia condiviso da molti ministri e che servirebbe ancora altro tempo per il via libera, ma i leghisti vogliono accelerare. La bozza sull’autonomia delle due Regioni del Nord arriva oggi in Consiglio dei ministri «e per noi – è una frase di Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio, riportata dal Corriere della Sera – sono questioni di esistenza del governo stesso». «Come noi votiamo il reddito di cittadinanza, da loro ci aspettiamo che votino questa norma», le parole del sottosegretario alla presidenza del Consiglio che valgono come un vero e proprio ultimatum. «Niente storie sull’autonomia delle Regioni del Nord».

La Lega al M5S: autonomia di Lombardia e Veneto o cade il governo

Il pressing sulla bozza di intesa con il governo che oggi arriva in Cdm sull’autonomia di Lombardia e Veneto, due regioni amministrate proprio dalla Lega, non è stata gradita dal M5S. Come racconta ancora il Corriere della Sera (articolo di Dino Martirano), le parole dei leghisti vengono considerate come un «blitz natalizio», che arriva – evidentemente non a caso – nel giorno della presentazione del maxiemendamento alla manovra. Dopo la presentazione a Palazzo Chigi il testo dovrà fare un nuovo giro a gennaio per essere approvato ancora in Consiglio dei ministri. L’intesa poi passerà nelle mani del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per essere sottoscritta, e dai due presidenti di Regione interessati, Luca Zaia e Attilio Fontana. Solo a quel punto l’autonomia verrà tradotta anche in un disegno di legge. La partita è lunga. E – dal punto di vista dell’equilibrio dei rapporti M5S-Lega – anche in salita.

Donato De Sena 

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