E’ ormai scontro aperto tra il sottosegretario con delega all’Editoria, Vito Crimi e la Federazione nazionale della stampa (Fnsi).“Mi delude e mi fa arrabbiare che Fnsi e Ordine dei Giornalisti vogliano addossare a questo Governo il licenziamento dei loro colleghi giornalisti da parte dei frati francescani”, aveva affermato ieri in un post su Facebook Vito Crimi, additando i giornalisti come una casta. Ed oggi la risposta della Fnsi: “Sottosegretario Vito Crimi, casta sarà lei perché sarebbe interessante confrontare le buste paga dei giornalisti autonomi, freelance, precari che ieri erano sotto le finestre del Ministero con le vostre. Chi è, quindi, la casta?», chiede la Commissione dei freelance della sindacato.“Prima di rilasciare giudizi sferzanti e infondati su chi vive sulla propria pelle un mercato del lavoro, quello dell’informazione, che sempre di più si fonda sullo sfruttamento dei giornalisti non dipendenti, la esortiamo a occuparsi di alcuni temi già oggi nella sua piena disponibilità – scrivono ancora in una nota i rappresentanti sindacali ed aggiungono – Se vuole davvero essere utile alla causa dei precari dell’informazione esorti il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a procedere all’approvazione delle tabelle di liquidazione giudiziale dei compensi per giornalisti, unica categoria professionale a non avere questo ‘privilegio’ (Legge 27/2012). Esorti il governo e i gruppi parlamentari di maggioranza a sostenere l’abolizione dei cococo, forma di sfruttamento legalizzata con cui facciamo i conti, a migliaia, in Italia. Infine, sottosegretario Crimi, convochi la commissione per l’equo compenso (Legge 233/2012). La legge c’è, va solo attuata», scrive la Commissione.
Pino Mauri