
Nella giornata del 6 dicembre si è svolto alla Missione Speranza e Carità fondata da Biagio Conte un incontro originariamente nato per dare i crediti formativi ai giornalisti, ma che nella realtà dei fatti ha avuto un solo semplice scopo: dare la possibilità ai giornalisti di conoscere dal di dentro una quotidianità e poterne parlare; quella stessa Missione che tanto cara apparve anche a Papa Francesco in visita a Palermo nel mese di settembre e che lo ha visto protagonista di un pranzo in una delle tre sedi della missione.
L’incontro oltre che alla presenza del Presidente dell’Ordine Mario Francese, che ha ricordato gli inizi della Missione, ci sono le giornaliste Alessandra Turrisi, Patrizia Carollo, Riccardo Rossi direttore del giornale La Speranza, il fotografo Angelo Modesto e poi alcuni ospiti della missione che raccontano la vita, il lavoro e tutto quello che non si vede all’esterno.
Ad aprire l’incontro, il Presidente dell’Ordine che porta con se una copia del giornale “Novica” degli anni ‘90 molto simile nel suo aspetto al giornalino della Missione che il direttore Riccardo Rossi avrebbe raccontato.
Intanto il presidente dell’Ordine esordisce con una domanda: “Che significa essere giornalisti. Vuol dire essere curiosi del mondo che ci circonda, vuol dire andare al di là di ciò che la gente comune può vedere. In questo modo paragona la passione, che è l’unica arma del giornalista per continuare questo mestiere così difficile e competitive oggi, con la Missione di fratel Biagio”, il quale al momento dell’incontro non è presente perché in cammino verso La Porta del Perdono in Spagna alla cattedrale di Santiago de Compostela, per una nuova avventura evangelica e per lanciare sempre un messaggio di misericordia e di fratellanza nei confronti di una politica italiana che sembra sempre più aumentare il divario con lo straniero.
Lo scopo che ha visto nascere la Missione tanti anni fa, è quello di valorizzare soprattutto, e rappresentare una città che vuole cambiare e che intende percorrere questa stessa strada.
L’assenza di fratel Biagio viene comunque colmata dalla presenza di Riccardo Rossi, oggi suo amico, diventato responsabile della comunicazione della Missione, che ha continuato a dar vita ad un giornale “La Speranza” che giova della collaborazione di cronisti volontari. C’è addirittura una bella tipografia all’interno della Missione, sempre frutto di opere di bene e regali, che fino ad oggi ha permesso che fosse distribuito. Raccontare soprattutto le buone notizie quelle che in realtà non fanno tanto clamore, ma che alla fine formano le coscienze.
L’incontro prevede la presenza di testimoni che vivono ogni giorno la realtà della Missione, realtà che da fuori non si vede: così c’è la storia di Tonino che materialmente si occupa della distribuzione del giornale, del suo ruolo oggi di segreteria, dopo un perido brutto della sua vita che lo ha reso debole nei confronti di una società che lo aveva messo in ginocchio. Così Riccardo Rossi definisce il giornale frutto dell’incontro di una pietra scartata, lui stesso con la sua storia personale, di cui oggi è il direttore, e gli altri pietre fondanti, ognuno col proprio ruolo. E così è la stessa Missione che si occupa di chi un tetto non ce l’ha; Missione che a livello burocratico è stata riassestata grazie a Dario, avvocato, di buona famiglia, che vivendo in Missione, ben presto avrebbe scoperto Dio e la sua vocazione per assistere i malati. Poi c’è la storia di Francis Sabum Ayim, del Camerun che arrivato alla Missione metterà a disposizione le sue mani d’oro di sarto a fratel Biagio che gli darà l’incarico di cucire i coprimaterasso per tutti i letti della missione. Oggi Francis ha aperto una sua attività, con la Sartoria Sociale nel centro storico di Palermo, e lui è fra quelli che sono stati a pranzo col Papa, con il quale ha piacevolmente parlato anche di calcio e il Papa gli ha anche promesso che lo avrebbe ospitato a Roma per la visita in Vaticano, che Francis non ha mai visto.
Insomma storie tante, tutte ai margini, e Riccardo trasferitosi in Missione con la moglie è parte integrante di questa realtà a cui vuol dare parola attraverso questo giornalino. Il fotografo Angelo, entrato subito in empatia con Riccardo in occasione dell’ennesimo digiuno di fratel Biagio sotto ai portici della Posta Centrale a Palermo, digiuno interrotto dopo 10 giorni, racconta della sua gioia nel dare una mano attraverso quello che è il suo mestiere e la sua passione: l’arte della fotografia. Un incontro ricco di tanto amore, come ci racconta la testimonianza della giornalista Patrizia Carollo decisamente emozionata che riesce ad esternare quella passione necessaria per dare le buone notizie.
Il giornalismo oggi ha bisogno anche di questo, di tanto cuore e di raccontare non solo storie tristi.