Dopo la fiducia di ieri sera al decreto “Sicurezza ed Immigrazione” approvato alla Camera (336 voti a favore), questa mattina si riprende la discussione del disegno di legge per alcune modifiche in materia di sicurezza pubblica, nonché misure per la funzionalità del Ministero dell’interno e l’organizzazione e il funzionamento dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Ed inoltre è prevista, nella discussione odierna, la delega al Governo in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze di polizia e delle Forze armate. Il voto contrario di ieri del Partito democratico, Liberi e Uguali, Forza Italia e Fratelli d’Italia ha sollevato con toni diversi, l’allarme di una perdita di democrazia sopratutto per la norma che riguarderà l’abolizione della protezione umanitaria. Il primo articolo del decreto contiene nuove disposizioni in materia della concessione dell’asilo e prevede di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari, che era prevista dal Testo unico sull’immigrazione. Prima della conversione in legge del decreto la questura concedeva un permesso di soggiorno ai cittadini stranieri che presentavano “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello stato italiano”, oppure alle persone che fuggivano da emergenze come conflitti, disastri naturali o altri eventi di particolare gravità in paesi non appartenenti all’Unione europea. La protezione umanitaria era riconosciuta anche a cittadini stranieri che non è possibile espellere, perché sarebbero andati incontro a persecuzione nel loro paese (articolo 19 della legge sull’immigrazione), o in caso fossero vittime di sfruttamento lavorativo o di tratta. In questi casi il permesso aveva caratteristiche differenti. La durata era variabile da sei mesi a due anni ed era rinnovabile. Questa tutela era stata introdotta in Italia nel 1998.
Pino Caruso