La popolazione di tigre presente in alcune zone dell’Asia potrebbe triplicare nel giro di una generazione. La buona notizia arriva da uno studio del WWF che mostra come il grande felino potrebbe avere un futuro meno fosco di quanto previsto.
Così potrebbe triplicare la popolazione
Lo studio è stato condotto da 49 esperti di conservazione nei 10 Paesi che ospitano la tigre nel continente asiatico; secondo i dati raccolti sul campo, in queste aree chiave la popolazione – che attualmente conta 118-277 tigri – potrebbe triplicare e passare ad un range di 454-739 individui in solo 2 decenni. Tutto questo, però, a patto di realizzare azioni efficaci nelle attività anti-bracconaggio e nel mantenimento delle prede, necessarie alla sopravvivenza di questi grandi carnivori.
L’importanza delle prede
Secondo lo studio, un requisito necessario per l’aumento delle tigri è l’incremento, o comunque il mantenimento, del numero di prede disponibili. È importante anche lavorare al fine di ridurre i conflitti con l’uomo, tutelando tanto le tigri quanto le comunità locali. «La presenza di tigri selvatiche è indice di una florida biodiversità e di ecosistemi sani: come predatori all’apice della catena alimentare, le tigri possono sopravvivere solo con una presenza stabile di prede», ha spiegato Rajesh Gopal, segretario generale del Global Tiger Forum.
Toccato il minimo storico
L’aumento della popolazione di tigre rappresenterebbe un segnale di speranza, dopo che nel 2010 è stato toccato il minimo storico di 3mila individui presenti in Natura. Attualmente, si stima che al mondo esistano non più di 3.890 tigri. Un numero esiguo, che rappresenta solo il 5% della popolazione di tigre all’inizio del XX secolo.
Ndr