Gazzettino Italiano Patagónico

Lo Stato vende terreni agricoli: come fare per ottenerli

 

Ecco una segnalazione che può interessare chi volesse sviluppare o magari intraprendere l’attività di agricoltore, che oggi fornisce qualche agevolazione soprattutto se si è sotto i 35 anni. Fino a domenica 2 dicembre 2018 è infatti aperta la possibilità di presentare manifestazione d’interesse per acquistare terreni agricoli in vendita a prezzi agevolati sulla Banca nazionale delle Terre agricole-BTA. Si tratta di una procedura semplice e trasparente messa in campo da ISMEA, L’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, e dal Ministero delle politiche agricole per favorire l’accesso alla terra e il ricambio generazionale. Gli ettari in vendita sono circa 7.700 e sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, facilmente identificabili sulla cartina interattiva del sito.

Lo Stato italiano come noto è il più grande latifondista del nostro Paese (seguito dalla Chiesa), con oltre 3 milioni di ettari di proprietà (fasce demaniali lungo fiume ed arenili, boschi, aeroporti, poligoni, zone addestrative, ecc.). Ora ha deciso di venderne una minima parte tra quelli di interesse agricoli per renderli produttivi. Se da una parte ciò rappresenta sicuramente una buona notizia per chi magari vuole fare il contadino ed anche dal punto di vista del presidio di un territorio che altrimenti rischia di essere sempre di più lasciato a sé stesso, dall’altra contro tale iniziativa si sono levate anche alcune voci di dissenso, soprattutto per le modalità (ovvero la vendita). Per alcuni infatti lo Stato non dovrebbe vendere terra e soprattutto non destinarla alla coltivazione, ma lasciarla semplicemente alla natura. Per altri la questione è più etica ed anche di tipo gestionale, ovvero non continuare a ripetere l’errore, già fatto in passato, di mercificarle e utilizzarle con un metodo agricolo che produce inquinamento e devastazione. Ovvero va bene che la terra resti in mano ad un Ente superiore e che quando ceduta venga data solo in affitto temporaneo e in mano ai migliori agricoltori che la devono coltivare con metodi ecosostenibili. Come ad esempi o ha fatto di recente il Vescovo di Gurk (Diocesi di Klagenfurth – Austria) che amministra così i suoi 12.000 ettari dandoli in affitto a giovani ma solo se sono disponibili a coltivare con metodi di agricoltura biologica o biodinamica.

Armando Gariboldi

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