A preoccupare l’Italia non è solo la decisione dell’agenzia Standard & Poor’s di fissare il rating dell’Italia a BBB con l’outlook rivisto al ribasso: da stabile a negativo ma anche l’isolazionismo di rapporti in cui si è chiusa la nostra governance. Lo scontro con i vertici dell’UE sta progressivamente insinuando la paura anche in paesi membri che vedono nell’Italia un battitore libero pericoloso per la tenuta dell’euro specie con la fine di dicembre del Quantitative Easing (Qe). Dunque le previsioni negative delle agenzie di rating che leggono fattori di debolezza nella manovra economica dell’Italia e il mancato rinnovo a fine anno dello strumento di politica monetaria concesso dalla Bce alle banche per stimolare la crescita, offre uno scenario in cui qualsiasi scossone economico metterebbe in serio pericolo la tenuta del paese. Le agenzie di rating parlano di stime del pil ottimiste riferite alla performance di crescita dell’Italia. Il governo italiano ha deciso di annullare in parte la legge Fornero: dato l’importante cambiamento demografico in corso in Italia, ”la misura del governo – dicono le agenzie – se attuata in pieno, invertirà a nostro avviso i guadagni della precedente riforma e minaccia la sostenibilità di lungo termine dei conti pubblici”. Stime crescita Italia: +1,1% pil 2018 e 2019 L’agenzia di rating rivede al ribasso le stime di crescita per l’Italia all’1,1% per quest’anno e il prossimo. Lo afferma l’agenzia di rating,precisando che in precedenza aveva previsto una crescita dell’1,4% per tutti e due gli anni. E il deficit è più alto di quello messo nero su bianco da Roma e pari al 2,7%. Rischi per la crescita economica in seguito al piano di bilancio Secondo l’agenzia di rating “le impostazioni di politica fiscale ed economica del governo italiano stanno pesando sulle prospettive di crescita del paese, un driver critico per la traiettoria del rapporto debito pubblico/Pil”, si legge nel documento. Ma ciò che più pesa è che “l’outlook negativo riflette il rischio che la decisione del governo di aumentare ulteriormente i prestiti pubblici – oltre a esacerbare la già debole posizione di bilancio dell’Italia – soffochi l’incipiente recupero del settore privato”. Intanto già si noteranno i riflessi dello spread sopra la quota 350 che produrrà l’inevitabile rialzo dei mutui e dei prestiti bancari con una sofferenza per i cittadini mentre di contro non sono stati disegnati gli asset economici che dovranno sviluppare nuova economia con la manovra presentata dal governo.
Bandi Francesco