Abbassare l’Iva sulle spese veterinarie e portarla dall’attuale 21% al 10%.
La richiesta da inserire nella manovra finanziaria è stata avanzata dalla deputata di Forza Italia e presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Michela Vittoria Brambilla. «Ho pronto un emendamento che proporrò di introdurre nella manovra per abbassare quantomeno al 10% l’Iva sulle prestazioni veterinarie, oggi invece sottoposte all’aliquota massima», ha spiegato la Brambilla.
35 milioni di Euro
Il taglio dell’imposta sul valore aggiunto porterebbe nelle casse dell’erario 35 milioni di Euro in meno ogni anno, soldi che secondo la deputata si potrebbero compensare con i proventi della tassazione ambientale. L’obiettivo successivo sarebbe poi quello di giungere all’esenzione dell’Iva sulle prestazioni veterinarie per tutti gli animali domestici registrati, al fine di garantire migliori cure mediche per i quattro zampe e favorire i padroni.
Seguire l’esempio della Spagna
L’Italia potrebbe seguire l’esempio del Governo di Madrid che, con la legge di bilancio, ha annunciato una riduzione dell’aliquota Iva sulle prestazioni veterinarie dal 21% al 10%. «A causa del periodo di crisi il potere di acquisto degli italiani è diminuito e anche accudire un animale è un impegno economico che incide sul bilancio familiare – ha aggiunto la Lega Anti Vivisezione che ha lanciato la campagna #I PIU TASSATI per chiedere regimi fiscali meno gravosi per i proprietari di pet –. Inoltre, l’elevato prezzo delle prestazioni veterinarie, come quello dei farmaci, costituisce un problema anche per i Comuni, il Servizio Veterinario pubblico, le Associazioni animaliste e i volontari».
Filippo Bovo