Gazzettino Italiano Patagónico

Parlano le querce sulla Dorsale dei Nebrodi

 

«E tutto quanto si manifesta al romeo nella dilatazione delle sue emozioni, sono l’umanamente eterna filastrocca, o poema o ballata, che accompagna, consola e ritma il cammino sempre uguale»

(Edith de la Héronniere)

La Sicilia custodisce numerosi tesori naturalistici, alcuni più accessibili e a portata di auto, altri per chi – si dice in gergo ciclistico – abbia fatto “la gamba” e voglia allontanarsi davvero dal caos cittadino. La Dorsale dei Nebrodi è un itinerario difficile ma bellissimo, all’interno dell’omonimo Parco istituito nel 1993: la più grande area protetta dell’Isola. Tassi, querce, faggi, deliziosi laghetti, zone umide ombrose e ricche di vita, creste spettacolari e incantevoli punti panoramici sono i protagonisti della nostra storia. Una storia che, considerata la varietà dei bellissimi sentieri e la lunghezza dell’intero percorso – settantacinque chilometri che da Serra Merio (nel comune di Mistretta) conducono a Portella Dagara (nel comune di Floresta) divideremo convenzionalmente in tre racconti. Inutile dire che è una gita che si può compiere a piedi come in bici e si può suddividere come meglio si crede, a seconda dell’allenamento, della motivazione dei gitanti e dello spirito wild del momento. Anche l’organizzazione conta: in molti decidono di utilizzare un piccolo e lungimirante escamotage per percorrere almeno un “racconto” per volta, qual è? Semplice: se i gitanti sono più di uno, si decide di parcheggiare in mezzo alla fine del percorso e di tornare indietro con un’altra auto (da recuperare al rientro a casa) da parcheggiare all’inizio del sentiero prescelto. In questo modo non sarà necessario preoccuparsi del tragitto di ritorno e si potrà compiere l’intero cammino di ventuno chilometri “in andata”. Diciamo che parliamo di sei ore “camminate” al netto del pic-nic e delle pause bucoliche che vi concederete. Quindi sveglia presto. Il nostro percorso ideale inizia da Serro Merio (Mistretta). Un luogo facilissimo da raggiungere anche senza coordinate; dallo svincolo di Santo Stefano di Camastra (sulla A19 Palermo-Catania) si imbocca la SS117, si supera Mistretta e al chilometro 22 circa, c’è uno slargo con il cartello “Urio Quattrocchi”. Ecco il nostro punto d’inizio. Sarete voi a decidere dove abbandonare le vostre auto e cominciare un’avventura meravigliosa.

Junio Tumbarello

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