Redacción: Nuestra corresponsal del Vaticano BARBARA FILIPPONE
Il Papa a Palermo, un evento unico quanto straordinario, evento a cui tutta la città, subendo critiche di ogni tipo ma che con molto entusiasmo ha atteso con ansia e gioia.
I numeri dell’evento sono stati consistenti: 100.000 fedeli, 500 pullman, 40 Vescovi, 700 Sacerdoti diaconi e religiosi, 200 Seminaristi, 4.500 giovani presenti a Piazza Politeama, 250 Cantori e 350 giornalisti e cine foto operatori accreditati. E le critiche sono state associate all’attenzione nei confronti di un quartiere di periferia come Brancaccio che per il resto del tempo è spesso dimenticato come tutta la periferia palermitana, a detta di molti.
Il 15 settembre 2018 è sicuramente una data che ha visto la città di Palermo, capitale europea della cultura 2018, non lasciare nulla al caso, anzi…
Il motivo della venuta del Papa era troppo importante perché la città non si proponesse nel modo migliore: il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, è venuto in Sicilia nella ricorrenza del 25° dell’uccisione del Beato Martire Giuseppe Puglisi, sacerdote del Signore, missionario del Vangelo formatore delle coscienze e promotore della giustizia sociale. Ed è questo che viene a fare: riformare le coscienze di tutti noi, in uno spirito collettivo e cristiano dove non è importante la processione patronale, ma solo la cristianità in quello spirito di accettazione della parola di Dio.
E questa era l’aria che si respirava dalle prime luci dell’alba al Foro Italico, dove il Papa avrebbe celebrato la Santa messa. Essere lì già alle 7, in fila per superare i controlli e andare nei posti che ci avevano assegnato, un fiume di gente attenta e ansiosa di ricevere quel sorriso di un Papa buono che non disdegna mai un selfie quando può, che si mette ed è al pari di tutti… la giornata del Papa sarebbe stata lunga e faticosa ma niente lo ha rallentato nei suoi spostamenti se non l’attenzione alle persone che aveva vicine.
La sua venuta è semplicemente un sostegno alla Chiesa di Palermo, nel cuore di una città dai mille volti, dai tanti colori, da una storia multietnica, ma soprattutto piena di tanta umanità; la città che non chiude i porti, che si fa promotrice dell’accoglienza, che resta la capitale del Mediterraneo.
L’umanità che ha accolto il Papa alle 10.45 di quella mattinata di sole cocente, che ha stretto le sue mani al suo passaggio con la papamobile durante il percorso previsto, insomma la città di Palermo non ha deluso il sommo Pontefice tanto da ringraziare la città a distanza di un giorno, durante l’Angelus del 16 settembre a Roma regalandoci una benedizione speciale e invitando i presenti a fare un applauso al meraviglioso popolo siciliano. Quanta grazia nelle sue parole, sempre. E le parole più forti sono state pronunciate durante la celebrazione eucaristica al Foro Italico: “Venticinque anni fa come oggi, quando morì nel giorno del suo compleanno, don Pino, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse che c’era una specie di luce in quel sorriso.” E ancora aggiunse: Convertitevi! Non si può credere in Dio ed essere mafiosi: chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. – ha continuato – Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Abbiamo bisogno di camminare insieme, non di rincorrere il potere.”
Don Pino sapeva che rischiava ma stava come povero fra i poveri della sua terra, e quello sparo che lo uccise quella sera sotto casa sua, con quel sorriso stampato, con quegli occhi che sembrava parlassero al suo assassino, paradossalmente rappresenterà un dono sconvolgente di purificazione attraverso il quale Dio ha forse provato un’intera comunità; tutto ciò per ricordare che la mafia e il Vangelo sono realtà incompatibili, e così il Papa mette a confronto diversi modi espressivi, il “Tu non sai chi sono io” si oppone al modo cristiano di rapportarsi “Io ho bisogno di te”. La vera domanda alla fine che ogni cristiano dovrà farsi è una: “Che cosa posso fare io?”, l’insegnamento più bello che Padre Pino Puglisi ci ricorda ogni giorno.
Monsignore Corrado Lorefice, Vescovo di Palermo, ha ricordato nella sua omelia di accoglienza al Santo Padre che si deve continuare nel cammino iniziato e seguire le orme di Don Pino, che la Chiesa palermitana e le Chiese di Sicilia in lui si rispecchiano e da lui bisogna imparare a porre al centro dell’esistenza di ciascuno la Parola di Dio. La testimonianza dell’opera di Don Pino nel quartiere sensibile di Brancaccio, quartiere ad alta densità mafiosa, è stata riconosciuta dal Santo Padre così tanto, che ha voluto visitare quei luoghi dove Padre Pino operava da mattina a sera nella certezza che Gesù lo avrebbe aiutato a trasformare quella terra, che la sua lotta nell’allontanare i bambini dalla strada fosse fruttuosa… e ci stava riuscendo diventando il prete “scomodo”…
Le parole dell’Omelia al Foro Italico contro la mafia e la visita a Brancaccio sono stati i momenti più significativi della lunga giornata trascorsa a Palermo; l’incontro poi con un altro uomo di fede, missionario laico Biagio Conte, alla Missione Speranza e Carità dove ha pranzato con 150 persone di diversa nazionalità, con alcuni carcerati, ex tossicodipendenti e donne vittime della tratta… e poi ancora l’incontro con i seminaristi provenienti da tutta la Sicilia e quindi il confronto con i giovani a Piazza Politeama lasciando la testimonianza di un grande letterato della nostra terra di Sicilia, Luigi Pirandello “La vita non si spiega si vive e ciò vale di più per la vita cristiana. La vita cristiana si vive…. ma il futuro è nelle nostre mani!” Un fuori programma mentre si reca all’aeroporto per tornare a Roma non meno importante della ricca e impegnativa giornata appena trascorsa: il Papa ha voluto rendere omaggio al giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta uccisi nella strage di Capaci, fermandosi sul luogo della strage del 23 maggio 1992. Bergoglio si è fermato per alcuni minuti in raccoglimento davanti alla stele lungo l’autostrada dove ha posto un omaggio floreale. Papa Francesco è poi risalito in auto…
Grazie Papa Francesco, hai riempito i nostri cuori di speranza, la tua visita in Sicilia è stata per tutti religiosi, cristiani, cattolici e non…
speriamo di rivederTi al più presto.