L’amasake è un alimento tradizionale del Giappone, dove viene consumato come bevanda calda e dolce, un po’ come in Italia ci coccoliamo con la cioccolata calda in inverno. Tuttavia definirlo un dolcificante sarebbe troppo riduttivo, perché si tratta di un vero e proprio alimento, molto semplice e nutriente, che contiene solo due ingredienti: riso (possibilmente integrale) e koji. Il koji è lo stesso fermento utilizzato per il miso, i prodotti fermentati a base di soia e anche per il sake. Infatti anche l’ amasake è un prodotto fermentato. L’azione del koji, con cui viene mescolato il riso già cotto, è quella di scindere le lunghe catene di carboidrati in catene sempre più corte. Dopo qualche ora alla giusta temperatura, il koji avrà scisso quasi tutte le catene in zuccheri semplici e l’ amasake si presenterà cremoso. Per questo motivo il suo sapore è così dolce. A questo punto, l’ amasake è pronto da gustare o da impiegare per dolcificare le preparazioni.
Perché l’amasake fa bene
Questo goloso e sano alimento contiene zuccheri semplici in quantità decisamente minore rispetto a tutti i dolci industriali confezionati. Inoltre, si tratta di zuccheri naturalmente presenti nel riso, non contiene edulcoranti né grassi aggiunti. Perciò l ’amasake è prima di tutto un’ottima alternativa a dessert e merende meno salutari. Inoltre, trattandosi di un prodotto fermentato, è anche molto digeribile e non acidifica il tubo digerente.
Dove si trova l’ amasake
Lo troviamo già pronto nei negozi di alimentazione naturale, in genere nel reparto dei prodotti macrobiotici. L’alternativa è produrlo in casa, a patto di recuperare lo starter per il koji e poi farlo sporificare su un cereale per poterlo utilizzare (si trovano online sia lo starter sia le istruzioni per utilizzarlo).
Come si usa l’ amasake
Possiamo gustarlo al naturale, come un dessert al cucchiaio, magari con una spolverata di cannella e granella di nocciole o con l’aggiunta di frutta fresca. Oppure si può allungare con dell’acqua o una bevanda vegetale, frullare molto finemente e berlo caldo come si usa in Giappone, o all’italiana con del cacao sciolto. Infine, possiamo sfruttare la sua marcata dolcezza per sostituire nelle preparazioni dolci non solo lo zucchero, ma anche i dolcificanti naturali (come il malto) e pseudo-naturali (come i vari sciroppi).
Silvia Bellano