Cosa si cela dietro ai pennelli che sono prodotti con setole naturali? A rivelarlo è la nuova inchiesta di Peta, People for the Ethical Treatment of Animals, che ha mostrato come la produzione di setole naturali sia spesso un processo cruento tanto quanto la produzione di pellicce.
I video girati in Cina
L’inchiesta sotto copertura dell’organizzazione animalista è stata portata avanti in Cina, paese in cui si concentra una fetta importante degli allevamenti di animali destinati alla produzione di setole per pennelli e dove le leggi sul welfare animale sono pressoché inesistenti. Gli animali maggiormente allevati per la produzione di setole sono i tassi: i video mostrano come questi animali siano sgozzati senza alcuno stordimento preventivo dopo una vita spesa in misere gabbie metalliche. Le loro setole sono destinate a trasformarsi in pennelli da barba e in quelli usati per dipingere.
Le aziende che hanno già detto basta
Dopo la diffusione delle immagini shoccanti sono state diverse le compagnie che hanno dichiarato l’intenzione di non rifornirsi più di setole cinesi e di scegliere di portare avanti la produzione con alternative sintetiche. Tra queste il nome di maggior rilievo è quello di Procter & Gamble, corporate statunitense presente anche sul mercato italiano col marchio Gilette, ma esistono esempi anche tra i brand del mondo delle belle arti. Come Tintoretto che di recente ha immesso sul mercato la serie di pennelli 1407 per la pittura ad acquarello professionale, una scelta cruelty free che mantiene le stesse qualità del prodotto naturale.
Gianluca Grossi