So no sempre stata attratta dal blu, dove la mia mente finalmente si dimentica della materia, e lo sguardo si perde nelle infinite sfumature dell’acqua. Una distesa fluida, apparentemente deserta per la maggior parte del tempo, che poi, all’improvviso, manifesta la sua natura dinamica: il mare aperto è il più ampio habitat di vita della terra. Ero nel blu della secca del Papa, suona mistico, ma quel giorno si percepiva un’energia particolare, una sorta di liquida calma prima della tempesta. L’acqua era puntinata da bagliori argentei, sciami composti da migliaia di piccoli pesci azzurri che nuotavano in sincronia, come un’ orchestra coordinata dal direttore. Ho pinneggiato risalendo la corrente, scandagliando il blu, con la speranza che comparisse qualcosa. Nell’acqua, ben 800 volte più densa dell’aria, tutto sembra accadere più lentamente che in superficie, e viene percepito con maggiore intensità.
È questione di attimi, il mare si concede secondo le sue regole.
Guidata dall’istinto, mi sono voltata, e, in controluce, ho visto arrivare nella mia direzione, un centinaio di ricciole (Seriola dumerili), audaci e determinate. Ero molto emozionata … come sempre, il mio primo impulso è stato cercare qualcuno con cui condividere la meraviglia dell’attimo, ma il gruppo di subacquei era distante, e lo spettacolo, per una volta, era solo per me. Ho subito iniziato a sfregarmi le dita, producendo un suono che generalmente attrae questi predatori curiosi , che in breve mi hanno accerchiata, studiandomi. Roteavo su me stessa, come un estatico derviscio, circondata dal banco. Poi le ricciole si sono concentrate sul loro vero obiettivo, gli sciami di innumerevoli sardine e acciughe, che si muovevano all’unisono, come danzando a ritmo di una melodia silenziosa, creando mesmerici giochi di luce. All’improvviso, come rispondendo a un muto segnale, le ricciole sono partite simultaneamente all’attacco; l’acqua era carica di tensione. Un susseguirsi emozionante di scatti e rapide fughe, di cui ero privilegiato testimone. Come si può notare nel video, le ricciole cacciano separando il banco, isolando piccoli gruppi di prede che spingono verso la superficie, dove sferrano l’attacco finale. Mi sono lasciata andare e ho aggiunto elementi enfatici al mio racconto, ma è proprio grazie alla componente emozionale che si sviluppa la nostra coscienza ambientale. È sotto gli occhi di tutti, il mare sta cambiando con una rapidità inquietante. Questa volta i minuscoli frammenti che osservavo fluttuare con la corrente dopo la caccia non erano particelle di plastica, che troppo spesso confondo per placton, ma i resti di prede della mangianza a cui ho avuto l’onore di assistere.
Ricciola – classificazione scientifica
Ordine: Perciformi
Famiglia: Carangidae
Specie: Seriola dumerili
Distribuzione: Mar mediterraneo, Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano.
Stato di conservazione: rischio minimo
Clelia Michelini