Nonostante il ministro Tria ieri avesse tranquillizzato i colleghi dell’Eurogruppo: ”Adesso cercherò di spiegare quello che sta accadendo e come è formulata la manovra”, i mercati avevano reagito facendo alzare di qualche punto lo spread. Questione di fiducia, dicono le banche, tanto da costringere il ministro a ritornare a Roma e invece di partecipare all’incontro previsto della cabina di regia a Palazzo Chigi con l’Ecofin per delineare i piani di investimento di questa manovra, si metterà a lavorare sulla Nota del Documento economico finanziario (Def) per riportare con più argomentazioni la fiducia nei mercati. Da tenere a freno sono anche le posizioni di Moscovici che apre scettico sulla manovra italiana: “Nel dialogo che dovremo condurre, la posizione della Commissione Europea è quella di tentare di convincere le autorità italiane di ritornare verso l’obiettivo di medio termine, che è la regola di finanza pubblica che bisogna seguire”, aveva detto il commissario europeo agli Affari economici e finanziari Pierre Moscovici, in conferenza stampa a Lussemburgo, al termine dell’Eurogruppo. Quello sforamento al 2,4% che si articolerà su tre anni, non convince in nessun modo i vertici lussemburghesi. Ma le posizioni avverse non sembrano impensierire Di Maio e Salvini che guardano a Moscovici & Co come rappresentanti in scadenza con le elezioni europee in avvicinamento.