L’idroroterapia è un sistema di cure antichissimo basato sugli stimoli che l’acqua offre al corpo umano: questi possono essere meccanici (a seconda della minore o maggiore pressione o degli attriti esercitati sulla pelle) o termici (legati alle diverse temperature dell’acqua). Già ai tempi della Grecia Classica, Ippocrate consigliava cure idroterapiche per il benessere del corpo e della mente, mentre nella Bibbia e nel Vangelo l’acqua viene citata come mezzo di purificazione. Egizi, Greci, Romani e Fenici costruivano templi presso le sorgenti di acqua calda e fredda per sfruttarne le proprietà terapeutiche e curative. Gli hammam erano luoghi dove ci si trovava per curare il corpo e dove l’acqua era fonte sacra, di forza e bellezza. Non è certo un caso se questo elemento compare in ogni cultura attraverso i miti e le leggende, al pari di un elemento quasi divino: basti pensare a Venere, dea della bellezza, che emerge dalla spuma delle onde, o ad Achille reso invulnerabile dopo l’immersione nelle acque marine, e al suo tallone, unico punto vulnerabile del mitico eroe a non essere stato bagnato nelle miracolose acque.
Il plasma di Quinton e la duchessa di Berry
Tra le terapie legate all’acqua, vi è la talassoterapia (dal greco thalassa, mare, e therapia, cura). Basata sui benefici dell’acqua e del clima marini, fu inventata in Francia nel XIX secolo. Proprio in Bretagna, a Boulogne-sur-mer, nacque infatti nel 1800 il primo centro ufficiale per l’utilizzo terapeutico dell’acqua di mare: vi si curavano depressione e artrite, ma anche gastroenteriti e altri malanni, più o meno importanti, attraverso l’utilizzo di una miscela di acqua marina diluita (il cosiddetto “plasma di Quinton”) che, se bevuta o iniettata sottocute a seconda del bisogno, prometteva miracoli. Circa vent’anni più tardi la talassoterapia cominciò a diffondersi in tutta la Francia, grazie anche alla passione di una donna amante del mare, la duchessa di Berry, intrepida e appassionata nuotatrice che fece aprire uno stabilimento di bagni caldi a Dieppe, in Normandia, dove nacque la moda dei “bagni di mare”. Nel 1865, poi, il dottor La Bonnardiere coniò il termine Talassoterapia, parlando di una cura che esaltava l’utilizzo dell’acqua, ma non solo, anche delle alghe e della sabbia e soprattutto del clima marino.
Un elisir di salute
L’acqua marina è un concentrato di oligo-elementi e minerali. Contiene, infatti, a seconda delle zone e della vicinanza a estuari, tutti i 92 sali noti in natura, in particolare il cloruro di sodio – l’elemento principale – il magnesio, il calcio, il potassio, il bromo e lo iodio. Un mix eccezionale che ne fa un elisir di salute a 360°. Sulla pelle ha proprietà detergenti, antinfiammatorie e battericide grazie alla presenza di zolfo, rame e sodio; per questo motivo è consigliata a chi soffre di disturbi dermatologici come la psoriasi, l’eczema o alcuni tipi di eritemi. Inoltre, stimolando la micro circolazione, ha un effetto normalizzante sul ph della pelle. I pori della nostra pelle a contatto con l’acqua si dilatano e permettono così il passaggio dei preziosi oligo-elementi, che lentamente vengono ceduti nel circolo linfatico e sanguigno, correggendo gli squilibri. Le alghe di mare, con il loro potere antibiotico, antivirale e batteriostatico, fanno il resto. Dal XIX secolo a oggi, la medicina ha fatto passi da gigante, ma è ancora universalmente riconosciuto il beneficio di questa terapia nel contrastare, come detto, le malattie della pelle, ma anche per migliorare la respirazione, ridurre i dolori dell’artrosi, agevolare la circolazione del sangue e alleggerire gli stati d’ansia e di depressione. Inoltre, l’aria di mare nebulizzata dalle onde è ricca di iodio che stimola il metabolismo aiutandolo a bruciare i grassi in eccesso. In Italia non c’è che l’imbarazzo della scelta: lungo tutte le nostre coste e anche in città lontane dal mare, grazie alle nuove tecnologie, si possono trovare centri di eccellenza nella talassoterapia ma il più importante centro nel bacino del Mediterraneo si trova ad Essaouira in Marocco. Una vacanza in un centro talassoterapico può, dunque, essere un’alternativa vincente ai soliti break di Primavera.
Ilaria Pininfarina