Il decreto “Sicurezza” che porta la firma del ministro degli Interni, Matteo Salvini, è stato approvato dal consiglio del Ministri. “Per i richiedenti asilo – ha annunciato il ministro dell’Interno – lo stop alla domanda si avrà in caso di pericolosità sociale o condanna in primo grado”. Con “un passaggio – ha precisato il premier Giuseppe Conte – anche all’autorità giudiziaria”. Il provvedimento approvato dal cdm “all’unanimità” modifica la normativa in materia dell’accoglienza dei profughi abolendo il permesso umanitario. Introduce nuove misure sulla cittadinanza e la permanenza nei centri di prima accoglienza. Dà una stretta alle leggi antiterrorismo estendendo il Daspo sportivo anche ai sospetti terroristi. Toglie la cittadinanza in caso di condanna definitiva per terrorismo. E concede maggiori poteri ai Comuni. Per quanto riguarda la lotta alla corruzione, tema caro al M5S, il Daspo sarà applicato senza attendere il terzo grado di giudizio. Il decreto non fa accenno alla questione dei campi Rom. Lo stesso Salvini ha chiarito in conferenza stampa che vi sarà un altro provvedimento con l’obiettivo di chiuderli in maniera definitiva. Per quanto riguarda il sistema Sprar, è stato ridimensionato. “Continua a esistere – ha precisato Matteo Salvini – ma solo per la protezione internazionale e per i minori non accompagnati: ci sarà una maggior attenzione e cura per il sistema che oggi è lasciato all’indeterminatezza”. Il decreto ora passerà, per “galateo istituzionale”, così come ha precisato il premier Giuseppe Conte, al Quirinale per eventuali chiarimenti che potrebbero arrivare dal presidente Mattarella. Un passaggio che vuole anche far rientrare le polemiche che si erano levate su presunti dubbi di incostituzionalità. Come era prevedibile il provvedimento del Governo non piace all’opposizione di centrosinistra. “Con il decreto Salvini – attacca Maurizio Martina, segretario del Partito democratico – ci saranno più insicurezza e più clandestinità. Meno diritti e meno doveri. Così il Paese rischia”. Affermazioni troppo vaghe per un partito che vuole tentare di riprendersi parte del paese dopo il crollo di consensi.