Gazzettino Italiano Patagónico

Linneo e le banane del paradiso

 

Nel 1736, in una piccola serra riscaldata a Heemstede nel nord dell’Olanda, una pianta di banano riuscì a produrre dei piccoli ma importantissimi frutti: si trattava con ogni probabilità della prima volta che delle banane completamente formate riuscivano a svilupparsi su terra europea. L’autore di questo risultato sorprendente era un botanico svedese di ventinove anni di nome Carl von Linné, che sarebbe diventato col tempo uno dei più influenti e importanti scienziati della storia. Il giovane Carlo Linneo, questo il suo nome italianizzato, era in quegli anni il responsabile dell’orto botanico dell’Hartekamp, una maestosa villa di proprietà di George Clifford III, ricchissimo nobile locale appassionato di natura e in particolare di botanica. Clifford aveva reclutato il giovane scienziato svedese, confidando nella sua grande conoscenza del regno vegetale, per rendere il suo giardino, che già era uno dei più apprezzati del vecchio continente, ancora più bello e curato. Il clamoroso risultato di far sviluppare delle banane in Europa non passò certo inosservato: persino Antoine Jussieu di Parigi, uno dei più affermati botanici dell’epoca, aveva fallito nel tentativo. E Linneo, che era sì molto bravo ma anche molto cosciente di esserlo, approfittò del successo per inviare al suo illustre collega proprio quei piccoli frutti che era riuscito a far crescere in terra olandese. Jussieu, ovviamente, rimase molto colpito dal talento del giovane Linneo. Lo scienziato svedese già negli anni dell’università aveva ideato il suo sistema di nomenclatura binomiale di tutte le specie viventi per cui è noto oggi. Dopo quasi trecento anni questo metodo è tuttora in vigore, pur con delle modifiche sopravvenute nel tempo per adattarlo ai progressi della biologia. Gran parte della sua carriera fu dedicata alla classificazione di tutte le specie conosciute ai tempi, ovviamente utilizzando questa nomenclatura. Le varie edizioni del suo Systema Naturae, uno dei libri più importanti nella storia delle scienze naturali, si sarebbero arricchite di volta in volta tante nuove specie di animali e piante appena scoperte. Ma, per quanto la descrizione e la catalogazione di queste fosse ad opera di Linneo, la gran parte delle specie esotiche in essa ascritte vennero scoperte non dallo scienziato svedese, che trascorse buona parte della sua esistenza in patria, ma da un gruppo di scienziati che esplorarono il mondo in sua vece e che presero il nome di “Apostoli di Linneo”. I viaggi che Linneo fece intraprendere ai suoi discepoli furono lunghi, avventurosi e non di rado pericolosi: di diciassette apostoli totali, ben sette non fecero ritorno a casa. Dopo la morte in Vietnam per mano di una febbre tropicale del primo apostolo Christopher Tärnström, Linneo decise di non inviare più uomini sposati in giro per il mondo. Per quanto riguarda invece la pianta di banano che per prima produsse frutti in terra europea, questa divenne protagonista della prima monografia scritta da Linneo, Musa Cliffortiana. Il termine Musa era la latinizzazione del nome arabo della pianta, mauz (موز). Per descrivere la specie, invece, Linneo si rifece alla credenza secondo cui il frutto proibito del giardino dell’Eden, quello mangiato da Adamo ed Eva, fosse una banana e non una mela. Per questo motivo, il nome scientifico che assegnò alla specie fu Musa paradisiaca, che è valido ancora oggi.

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