Tria non intende allentare i cordoni della borsa per lo sforamento del tetto UE nella preoccupazione legittima di veder crescere il debito pubblico. Dall’altra parte Di Maio e Salvini spingono perché questo accada per non venire meno alle premesse elettorali ma anche per rimuovere quell’impasse in cui si trova l’economia italiana. Un cane che si morde la coda. E in questa situazione il vertice della maggioranza tenuto ieri sera non ha prodotto niente che somigli ad una soluzione. La riunione è durata oltre tre ore, con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte impegnato a trovare un punto di sintesi con i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, quello per le politiche Ue, Paolo Savona, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. L’incontro è stato convocato dopo le tensioni, seppur minimizzate da entrambe le parti, tra i leader di Lega e M5s e il ministro dell’Economia e Finanze Tria che non cede sul tetto del rapporto deficit-Pil all’1,6%. Conte ha cercato di puntare tutto su una sana lotta agli sprechi da tagliare per poter utilizzare le risorse in rilancio e crescita. Tutti d’accordo ma, tuttavia, questo impegno non è servito per il momento a far tornare Tria sui suoi passi.