La relazione del nuovo Alto commissario dell’Onu per i diritti umani Michelle Bachelet, tenuta a Ginevra, ha chiamato in causa l’Italia: “Abbiamo intenzione di inviare personale in Italia e in Austria per valutare il forte incremento di atti di violenza e di razzismo”, ha detto la Bachelet infuocando la reazione di Salvini che già ieri aveva annunciato di tagliare fondi all’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quali elementi abbiano contribuito, nella relazione dell’Alto commissario, a far citare circa 11 volte la parola razzismo rivolgendosi all’Italia, è ancora tutto da verificare. Tanto da spingere la Farnesina a commentare che si è trattato di un allarme inappropriato, ingiusto e infondato. La Bachelet è arrivata da poco in quell’incarico e la sua analisi potrebbe essere stata un po’ affrettata sulla base dio report che da tempo nei palazzi dell’Onu non brillano per trasparenza e capacità di analisi. L’Italia è stata avvicinata a paesi come gli Emirati o la Cina che sono assolutamente lontani dalla visione di diritti sociali. Se la relazione della Bachelet ha preso spunto essenzialmente dal rinvio a giudizio del ministro degli Interni Salvini per bollare l’Italia come razzista lo stesso ragionamento potrebbe essere fatto per l’Onu da bollare come “violentatore” di migranti andando a scavare fatti nella cronaca piuttosto recente che ha visto protagonisti alcuni suoi funzionari. Gli sforzi dei governi per respingere gli stranieri non risolvono la crisi migratoria e causano solo nuove ostilità, sostiene Michelle Bachelet che critica i muri di confine, la separazione delle famiglie di immigrati e l’incitamento dell’odio contro i migranti. “Queste politiche – sostiene la Bachelet – non offrono soluzioni a lungo termine a nessuno, solo più ostilità, miseria, sofferenza e caos”. L’Alto commissario, però, non solo non cita esempi concreti dietro le accuse all’Italia ma finora non ha preso nessuna iniziativa con i vertici di Bruxelles per una strategia comune sulla redistribuzione dei migranti. In tutto questo sarebbe auspicabile anche una presa di posizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “spiegare” a Michelle Bachelet che l’Italia ha una storia alle spalle di diritti umani conquistati anche con il sangue.