Il fallimento dei colloqui a Theran, per un cessate il fuoco tra le forze governative siriane – con l’appoggio russo – e le fazioni ribelli, si è visto subito perché nella notte, si sono susseguiti i raid aerei dei jet russi nella provincia di Idlib prendendo di mira i guerriglieri di Hayat al-Tahrir al-Sham, vicino ad Al-Qaeda, e Ahrar al-Sham, parte dell’Esercito libero siriano. Il monito di un disastro umanitario lanciato nei giorni scorsi dagli Usa, dall’Onu e dalla Turchia, non è servito a portare avanti la trattativa del cessate il fuoco per trovare una soluzione d’equilibrio. Ieri, nella stessa provincia di Idlib, migliaia di persone avevano manifestato dopo le preghiere del venerdì per chiedere la protezione della comunità internazionale. Francia, Regno Unito e Stati Uniti hanno avvertito Damasco che risponderanno militarmente a eventuali attacchi chimici condotti dal regime nell’area. La Russia ha fatto sapere di avere le prove del tentativo dei “terroristi” di condurre attacchi chimici in Siria, per dare un pretesto ai Paesi occidentali di intervenire contro le truppe di Damasco. Il segretario alla Difesa statunitense Jim Mattis ha invece smentito Mosca, dicendo che non c’e’ “assolutamente alcuna prova” che suggerisca tali preparativi. L’inviato speciale degli Stati Uniti in Siria, James Jeffrey, ha detto che ci sono “molte prove” di preparativi da parte del regime per un attacco su Idlib con armi chimiche. L’inviato speciale in Siria del segretario generale delle Nazioni Unite, Staffan de Mistura, ha fatto sapere che il regime ha concesso fino al 10 settembre alla diplomazia, dopo di che sferrerà l’attacco.