Gazzettino Italiano Patagónico

La scuola dei cuccioli: i piccoli a lezione di sopravvivenza

La prima campanella dell’anno è alle porte e tra poco bambini e ragazzi torneranno sui banchi di scuola. I bambini, però, non sono i soli per i quali l’attività educativa riveste un ruolo centrale: anche i cuccioli imparano seguendo le lezioni impartite dagli altri membri del gruppo.

Gorilla, così simili a noi

Questi primati hanno capacità di apprendimento molto simili alle nostre: con i bonobo e gli scimpanzé, infatti, sono loro i nostri parenti più stretti in natura. La loro capacità di apprendere deriva dall’alto grado di socialità della specie che vive in natura in gruppi numerosi di diverse femmine, dominati da un maschio adulto. Oltre che apprendimento per imitazione e associazione, nel gorilla esiste anche l’apprendimento per ragionamento, proprio come accade nell’uomo.

Delfino, il grande comunicatore

Solo l’uomo e le grandi scimmie possono essere comparati ai delfini, sia per grandezza del cervello rispetto alla massa corporea, sia per la sua complessità. I delfini, infatti, hanno modi di comunicare estremamente complessi. Secondo alcuni studi, questi mammiferi marini sarebbero addirittura in grado di apprendere il linguaggio familiare, così da distinguersi da tutte le altre famiglie durante le conversazioni in mare. Si tratta, insomma, di una sorta di apprendimento sociale, un sapere che viene trasmesso da individuo a individuo e da generazione a generazione.

L’apprendimento dei piccoli squali

Per i grandi predatori del mare la cosa più importante da imparare è saper cacciare. Nei giovani squaletti è stata osservata la capacità di individuare le prede anche a chilometri di distanza e si è scoperto che non lo fanno attraverso l’olfatto, ma grazie ad un organo presente sul fianco: la linea laterale. Grazie a questo speciale sonar gli squali sono in grado di avvertire le vibrazioni dell’acqua prodotte da un pesce in difficoltà e così di localizzarlo e raggiungerlo in breve tempo. Questa tecnica i giovani squali la mettono in pratica già dalle prime settimane di vita.

Tigre, cuccioli mammoni

Anche per le tigri la caccia riveste un ruolo cruciale; i cuccioli di questa specie, già a pochi mesi d’età, cominciano a seguire la madre durante la caccia osservando e cercando di imitare i suoi comportamenti. I tigrotti sono “mammoni”: bisogna attendere fino ai due anni affinché diventino cacciatori autonomi e la predilezione per alcune prede o tecniche di caccia dipenderanno in gran parte proprio dai gusti della madre.

Pinguini con i genitori fino a 5 mesi

Anche i pinguini sono genitori premurosi: i pulcini restano con mamma e papà fino all’età di 5 mesi, quando le loro dimensioni hanno raggiunto quelle degli adulti. Solo allora i giovani iniziano ad avvicinarsi alla banchisa e a prendere confidenza con il mare e la caccia, sempre sotto la supervisione e gli insegnamenti dei genitori. I giovani pinguini, che vivono in colonie composte anche migliaia di individui, imparano come tuffarsi e cacciare non solo dai genitori ma anche attraverso l’osservazione dei tanti adulti che giornalmente vanno in mare alla ricerca di cibo.

La cultura degli orsi

Gli orsi sono in grado di trasmettere le conoscenze da una generazione all’altra, proprio come avviene tra gli uomini. I giovani orsi polari dipendono totalmente dalla madre nei primi anni di vita ed è proprio in questa fase della crescita che formano l’esperienza necessaria per affrontare un ambiente tanto ostile.

La lentezza del panda

I cuccioli di panda nascono d’estate e per i primi mesi si muovono solo di qualche metro. I cuccioli di questa specie sono, infatti, caratterizzati da una crescita lenta e solo dai 3-4 mesi i piccoli sono in grado di spostarsi autonomamente. È da questa età che la madre li accompagna nei boschi di bambù, la pianta che costituisce l’elemento principale della loro dieta. Come negli altri ursidi anche nel panda il legame tra cuccioli e madre è forte e duraturo: i giovani continuano ad apprendere dalla madre fino ai due anni d’età; solo allora mamma panda li lascia andare per la loro strada.

Il naso dei lupi

Pochi animali sanno memorizzare gli odori e gli insegnamenti dei genitori come i giovani lupi. Per loro la memoria olfattiva è importantissima: è proprio nel primo anno di vita che i giovani cominciano ad esplorare il mondo. Il fiuto aiuterà i lupacchiotti ad orientarsi bene anche durante la notte, riuscendo così a muoversi anche decine di chilometri, evitando i pericoli legati all’uomo e riuscendo a sentire l’odore delle prede anche a lunga distanza.

La memoria di ferro degli elefanti

La proverbiale memoria incrollabile degli elefanti è un dato di fatto: grazie alla loro capacità di ricordare, i giovani elefanti non dimenticano nulla di quanto appreso nel gruppo familiare durante i primi anni di vita; quello che viene trasmesso ai giovani individui del branco è un bagaglio di informazioni fondamentale in ambienti dove le risorse come acqua e cibo sono rare e spesso stagionali.

Marta Frigerio

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