Gazzettino Italiano Patagónico

Che fine hanno fatto le lucciole

 

Fino a pochi anni fa, quello delle lucciole, era uno spettacolo abbastanza frequente nelle notti estive delle nostre campagne. Nelle poche aree dove questo insetto sopravvive possiamo ancora godere della sua luce: una luce fredda, che cambia di intensità da specie a specie, originata dall’ossidazione della proteina luciferina grazie alla reazione con l’enzima luciferasi e l’ossigeno. Dunque alla base del segnale luminoso di questi coleotteri, impiegato per la ricerca del partner nel periodo riproduttivo, vi è una vera è propria reazione chimica.

Come si difendono

Quello stesso segnale luminoso che mette l’animale di fronte un problema non indifferente: quello di risultare ancor più visibili da parte dei predatori. A questo proposito, uno studio effettuato su alcune lucciole del genere Photinus, che vivono in America, ci fa sapere che queste lucciole, oltre a luciferasi e luciferina, producono una terza sostanza, una tossina, chiamata lucibufagina, uno steroide simile a quello prodotto da alcune specie di rospi. Il risultato è che la lucibufagina rende disgustosa la lucciola e il predatore rinuncia così a cibarsene. Probabilmente generi comuni in Italia come Luciola e Lampyris posseggono una strategia analoga, ma non esistono ancora studi che dimostrino tale teoria.

Cosa mangiano

Per quanto riguarda l’alimentazione le lucciole sono prettamente carnivore allo stadio larvale cacciando vermi, lumache e altri invertebrati dal corpo molle che trovano sul terreno, mentre da adulte smettono di nutrirsi, anche se alcune specie si nutrono di polline e nettare. Ma una specie in particolare utilizza proprio la luce per attirare il cibo piuttosto che andare a cercarlo: le femmine del genere Photuris ingannano i maschi di altre specie di lucciole imitando i fasci di luci emessi dalle femmine della stessa specie dei maschi. Gli incauti insetti si avvicinano alla “femme fatales” e si accorgono troppo tardi di non aver trovato la compagna ideale ma soltanto… gli ultimi istanti di vita.

Perché le lucciole sono diminuite?

La causa principale del loro declino è l’uomo, come nella maggior parte dei fenomeni di estinzione dei nostri tempi. L’inquinamento delle acque, trattandosi di insetti che prediligono ambienti umidi, l’inquinamento luminoso dato dalle città che compromette il loro sistema di comunicazione fatto essenzialmente di segnali luminosi, e l’uso di pesticidi contro chiocciole e lumache, fonte principale di nutrimento per molte specie allo stato larvale, sono le cause della loro scomparsa in molti parchi e aree rurali. Ma la speranza che tornino sembra “accendersi” nel buio della loro estinzione: nelle aree rivalutate e ripulite, lontane dalle fastidiose luci della città, le lucciole tornano a splendere, una prova chiara che una maggiore cura degli ambienti naturali, un maggiore impegno nel recupero di tali aree e l’uso di alternative ai pesticidi sono la soluzione più efficace per scongiurarne la scomparsa. Così, dove la loro presenza si manifesta, possiamo avere quasi la certezza di trovarci in ambienti salubri. Qui la loro danza può continuare a far sognare chi si perde in quegli incredibili giochi di luce.

Dario Geloso

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