LUCA STEINMANN
Ci sono storie d’amore che fioriscono con la politica. E attraverso le quali è possibile leggere e spiegare la storia del successo o del fallimento di un ideale, di un partito, di un movimento, di un’epoca, dello spirito di un tempo. Ci sono storie d’amore che nascono con l’avventura di una rivoluzione e terminano quando questa viene stroncata o, peggio, quando da questa ne nasce un regime che ne tradisce l’ideale originario. Ci sono coppie che si sono identificate talmente profondamente nella propria comune battaglia da diventare oggetto di studio degli storici e degli analisti che tentano di dare una spiegazione all’ideologia o al fenomeno politico che i due incarnano. Il dittatore ha bisogno di una donna che gli funga da specchio per fargli vedere la realtà che vuole vedere, scriveva Volker Elis Pilgrims in un libro sulle donne dei nazisti. Se ciò fosse vero, allora sarebbe valido per ogni uomo politico di grande importanza. Dittatori o non, con questi amori fioriscono anche interminabili romanzi, serie televisive, documentari e ricerche storiche che toccano le corde più curiose dell’ascoltatore (il gossip, non conosce mai crisi) che viene così trasportato nei tempi lontani (e non) in cui la coppia ha vissuto. Non vivono mai crisi i libri che raccontano dell’amore di Eva Braun per Hitler, delle avventure fedifraghe di Mussolini con Margherita Sarfatti e Claretta Petacci, di Nicolae ed Elena Ceausescu, di Margot ed Erich Honecker, di Mira e Slobodan Milosevic. Suscitano ancora curiosità “I cinque funerali della signora Goering” in cui Pietrangelo Buttafuoco racconta baroccamente dell’amore tra il gerarca nazista e la sua compagna. Ancora oggi tra gli articoli maggiormente condivisi sul web, che spiegano il conflitto siriano, spiccano quelli che lo fanno attraverso l’amore tra Bashar e Asma al Assad.
C’è una storia d’amore sconosciuta ai più che spiega la crisi di identità dell’Europa di oggi. È una storia che nasce e muore in Germania e che fiorisce innaffiata dal senso di colpa che i tedeschi provano per le tragedie del loro passato. E’ la storia d’amore che unì la fondatrice del partito dei Verdi Petra Kelly al generale Gert Bastian, che Petra convertì all’ideale ecologista dopo che per anni aveva sostenuto la presenza dei missili americani in Germania. La loro storia d’amore racconta la nascita e la crescita dei Verdi e arriva a fornire spiegazioni fino ai giorni nostri, facendoci capire perché nuove forze populiste ispirati da valori conservatori stiano in tutta Europa scalzando i partiti progressisti, tra cui i Verdi. Vanna Vannuccini e Francesca Predazzi, nel loro libro “Piccolo viaggio nell’anima tedesca”, hanno definito questa loro storia d’amore con il concetto di Zweisamkeit, una parola tedesca che in italiano può essere grossolanamente tradotta con “solitudine a due”. Il sentimento più antico del mondo: la coppia, l’amore, l’essere in due, la condivisione, la complicità, la completezza. Un sentimento che condivisero Petra e Gert. Se in politica erano sempre attivi, organizzando manifestazioni di ogni tipo con continuità, la loro vita privata fu così ermetica che quando morirono nella loro casa di Bonn nessuno se ne accorse per giorni. Qual era il loro ideale? Quali gli ideali che sono poi stati sconfitti dalla vittoria elettorale della destra conservatrice?
Petra Kelly incarnava lo spirito tipico della Germania occidentale della seconda metà del Novecento. Una Germania che avendo paura del proprio passato tenta goffamente di essere pop, accattivante, umana e animata da uno spirito crocerossino che vorrebbe prendersi cura di tutti coloro che nel mondo siano bisognosi. Non c’era settimana che i Verdi non organizzassero una manifestazione a difesa di qualche battaglia esotica. 150 persone, sempre le stesse, riempivano con costanza le piazze di Bonn per manifestare per il Tibet, contro le miniere d’uranio in Australia, per i diritti dei curdi, contro l’apartheid, contro l’amianto negli asili.
È questo atteggiamento il maggiore responsabile del distacco di intere fette della popolazione tedesca dalla classe politica e della perdita di fiducia nei grandi media, fenomeni che hanno portato all’affermazione di nuovi soggetti politici che, invece, pongono la difesa dell’identità tedesca e dei valori nazionali in cima della propria agenda. Questo atteggiamento, incarnato profondamente dai Verdi di Petra e Gert, si è diffuso trasversalmente in quasi tutti i partiti progressisti tedeschi. A furia di volersi occupare dei problemi di chiunque ne avesse bisogno nel mondo i tedeschi si sono sentiti trascurati e dimenticati dai propri politici e si sono messi alla ricerca di nuovi rappresentanti.
«La perdita dell’identità nazionale, non solo in Germania ma in tutta Europa, è qualcosa che ci sta colpendo», gridò nel 2014 Udo Ulfkotte, ex giornalista della Frankfurter Allgemeine Zeitung, di fronte a migliaia di persone che manifestavano sotto la sigla di Pegida, uno spontaneo movimento di protesta contro l’establishment dal quale è nato il fenomeno populista che oggi è la prima forza di opposizione ad Angela Merkel. In quella piazza Ulfkotte disse che chiedendo soldi e sostegno alle istituzioni tedesche per difendere l’identità di qualche popolo esotico riceveva risposte calorosamente positive, quando, invece, faceva la stessa domanda per difendere l’identità tedesca allora veniva messo rapidamente alla porta. Gli applausi dal pubblico furono fragorosi.
E così, in Germania come in tutta Europa, mentre i popoli si sentono abbandonati dai propri rappresentanti fioriscono i populismi e appassiscono le ideologie progressiste. Un tramonto che rende più difficile la manifestazione politica dei Verdi in Germania come in tutta Europa. La crisi di un movimento che, come hanno fatto Kelly e Gert, ha mischiato le istanze ecologiste con il rifiuto di affrontare temi relativi alla storia e all’identità del proprio popolo, che sono però sentiti dalla gente più di quanto loro potessero immaginare. Oggi dei Verdi si parla sempre di meno. E non sono poche le persone che ritengono che questo partito piano piano si spegnerà. Silenziosamente. Un po’ come avvenuto a Kelly e Gert.
Fuente: Rivista Natura