MICHELE MAURI
Con l’ultima legge proposta da Barry Commoner si sintetizzano le prime tre:
«In natura non si distribuiscono pasti gratis».
Nulla è senza costi. E il prezzo da pagare per la nostra insipienza sarà elevato come dimostrano le crisi epocali che siamo chiamati ad affrontare: migrazioni bibliche, impoverimento e riduzione delle terre coltivabili, cambiamenti climatici.
A lungo i sistemi produttivi hanno pensato a produrre e basta. Ora siamo costretti a fare i conti: il prezzo del nostro benessere è stato spesso costruito a scapito delle risorse naturali del Pianeta.
«Nulla al mondo è destinato a durare, figuriamoci poi a durare per sempre. Gli oggetti utili e indispensabili di oggi, con pochissime eccezioni, sono i rifiuti di domani. […] Tutto nasce con il marchio della morte imminente; tutto esce dalla catena di produzione con incollata un’etichetta che indica la data entro la quale va usato […] Un fantasma si aggira fra gli abitanti del mondo liquido-moderno e fra tutte le loro fatiche e creazioni: il fantasma dell’esubero», così scrive Zygmunt Bauman in “Vite di scarto”.
In fondo i rifiuti altro non sono che il rovescio, il fondo della discarica in cui gettiamo una vita condotta fra consumi, sprechi, gesti frettolosi che si accatastano su sé stessi fino a franare. Nella civiltà usa e getta, il cittadino-consumatore è catturato in una battaglia psicologica colma di contraddizioni: deve acquistare di continuo e alla stesso tempo gettare via con uguale entusiasmo e regolarità.
Nei luoghi dove si celebra il desiderio e il consumo di milioni di nuovi prodotti, la spazzatura dispersa – presa a calci dai passanti, racimolata dai barboni – rivela la natura inquietante dell’esistenza umana nella società moderna.
Qui trovate la prima , la seconda e la terza puntata
Fuente: Rivista Natura