Gazzettino Italiano Patagónico

La passione per le uova di Asterias rubens

Sai che una volta ho fotografato delle stelle di mare che si mangiavano uova d’uccello?». Una frase simile susciterebbe (c’è da dubitarne?) una grande curiosità in chiunque. Immaginatevi dunque cosa potrebbe succedere quando viene rivolta a un biologo marino curioso come un gatto ansioso di scoprire cosa c’è dietro una porta chiusa. Sono bastati pochi secondi perché io iniziassi a tempestare di domande Mirko Zanni, uno dei più esperti fotografi subacquei che conosca, cercando di saperne di più su questa sua incredibile esperienza e chiedendogli il permesso di dedicare a lui questa nuova pagina sub.
Il luogo in cui è stata scattata questa foto si trova in Irlanda ed è la parte sommersa delle isole Skellig, le stesse dove sono state girate numerose scene dei recenti film della saga di Star Wars. Queste isole sono rinomate non solo per il loro aspetto e gli splendidi panorami di cui sono protagoniste, ma anche per il gran numero di uccelli marinicome puffini, sule, gabbiani tridattili, urie comuni, gazze marine e altri che qui godono di assoluta protezione e possono riprodursi senza problemi, a parte quello di trovare uno spazio sufficiente dove deporre le uova. Alcune specie costruiscono veri nidi, ma altre devono accontentarsi di piccole sporgenze che mettono a rischio la permanenza in loco delle uova. Per fortuna alcuni uccelli hanno evoluto delle uova che non rotolano e che garantiscono maggiori probabilità di non cadere nel mare sottostante.
A volte, però, questo succede dando origine a un connubio davvero insolito tra cielo e mare, tra mondo alato e vita sottomarina. Data la verticalità delle scogliere le uova finiscono spesso per cadere in mare piombando su un fondo caratterizzato, come si vede, da grandi alghe brune e rocce colorate da colonie di spugne incrostanti. A volte le uova si rompono, altre volte, invece, il guscio robusto permette loro di rimanere intatte sfruttando l’effetto ammortizzatore dell’acqua e delle alghe che smorzano la violenza dell’impatto.
Cadute in acqua, rotte o intere che siano, le uova attirano l’attenzione delle stelle marine della zona appartenenti alla specie Asterias rubens, molto comuni in Atlantico dove si cibano di molluschi e anche di animali morti, categoria in cui, almeno qualitativamente, potrebbero rientrare le uova d’uccello finite in mare. Se queste si rompono, il pranzo delle stelle diventa molto semplice. Agli echinodermi basta estroflettere lo stomaco e assorbire tutta quella massa proteica piovuta dal cielo prima che arrivino altri commensali con bocche più grosse e agili come pesci o crostacei. Molto più complicato è cercare di approfittare di uova rimaste intatte. Le stelle dovranno ispezionare con grande pazienza tutta la superficie di quella strana “conchiglia” sperando di trovare un punto debole o un appiglio dove poter mettere in azione le ventose che costellano la parte inferiore delle braccia. A poco a poco l’azione combinata di più stelle, come si vede nella foto, finisce per avere ragione della resistenza del guscio e ricompensare tutta quella fatica con un banchetto ristoratore, stellare perfino.

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