(PRIMAPRESS) – ROMA – L’Italia dello sport, negli European Championships 2018 che si sono svolti a Berlino e Glasgow, ha chiuso al terzo posto nel medagliere complessivo con 15 ori e 60 medaglie. Gli Azzurri hanno preceduto paesi come Francia, Germania e Olanda, confermandosi ancora una volta come una potenza indiscussa in ambito sportivo. Nonostante le grandi cifre e gli investimenti sembrino riguardare solo il mondo del calcio, l’Italia degli sport “minori” offrono uno scenario d’alto livello fondato sul lavoro dei singoli atleti, delle federazioni e di tecnici e dirigenti motivati mentre la governance del paese soffre la carenza di programmazione nel sistema sportivo paese. Con gli europei si è mostrata un’Italia vincente capace di conquistare medaglie in ben 10 sport sui 13 in programma (11 considerando anche le gare juniores di ginnastica artistica). Anche se non potevamo contare sulla scherma e sui tiri, nostre miniere alle Olimpiadi, ci siamo distinti con tutta la nostra classe, lottando colpo colpo, risorgendo nei momenti più difficili, emergendo anche nei momenti meno attesi. Meglio di noi hanno fatto soltanto la Russia e la Gran Bretagna che aveva anche il vantaggio di gareggiare in casa. Ora l’evento, verrà probabilmente replicato a Roma.

E già si spera di ridare energia all’atletica leggera che è riuscita a portare a casa solo 4 bronzi con la sola eccezione dell’oro e l’argento con le squadre di maratona ma che sono un discorso a parte. Speravamo nei botti di Filippo Tortu ed Elena Vallortigara, le medaglie di Yadis Pedroso e della 4×400 femminile erano date per certe, da Antonella Palmisano si voleva l’oro (brava comunque a concludere sul podio), lanci totalmente inesistenti (salvo Daisy Osakue), Gianmarco Tamberi è ancora lontano dalla forma migliore. Abbiamo avuto la conferma di Massimo Stano (quarto nella 20 km di marcia), bravissimo Yeman Crippa (bronzo sui 10000 e quarto sulla mezza distanza), Yohanes Chiappinelli e Yassine Rachik ci hanno regalati dei podi inattesi sui 3000 siepi e nella maratona ma si può fare di più.