Mi ha sempre dato fastidio sentirmi augurare “In bocca al Lupo!”. Soprattutto perché avrei dovuto rispondere “Crepi!”, mentre io invece sono sempre stato dalla parte del Lupo. Ma poi, mi sono chiesto, perché il Lupo deve crepare, cosa ha fatto di male? In realtà questo diffuso modo di dire parte da un equivoco di fondo: le persone pensano che sia riferito al pericolo di cadere tra le sue fauci, ovvero in quelle di un predatore e da qui la risposta che lo vuole ammazzato. In realtà non avrebbe alcun senso augurare, a qualcuno cui si vuol bene, di finire in una situazione pericolosa, pertanto il significato originario di questo detto era un altro ed era addirittura l’opposto di quello attuale, ovvero era appunto ben augurante.
Si riferiva infatti, correttamente, all’abitudine che hanno i lupi (ma anche tutti i Canidi, i Felini, i Mustelidi e molti altri mammiferi terrestri) di spostare i propri cuccioli da una situazione pericolosa tenendoli in bocca, per la collottola. Ovvero, per il piccolo ancora non autosufficiente, nel posto più sicuro al mondo, in bocca al genitore ed in particolare alla mamma. Quindi “in bocca al Lupo”, vorrebbe significare “stai tranquillo, al sicuro”; pertanto la risposta corretta non dovrebbe richiamare uccisioni, ma dovrebbe essere solo un semplice “Grazie!”.
Offese…animalesche
In generale comunque gli animali ricorrono spessissimo nel nostro linguaggio e nei modi di dire a volte proprio per indicare una caratteristica della personalità umana di cui un certo animale ne rappresenta l’emblema. Ecco allora che una persona può essere rozza come un Cinghiale, lunatica come un Cavallo, coraggiosa come un Leone, forte come un Toro, noiosa come una Mosca o una Zanzara, sfuggente come un’Anguilla, muta come un pesce, furba come una Volpe, curiosa come una scimmia, grassa come una Balena (o un maiale), testarda come un Mulo, cieca come una Talpa, veloce come una Lepre, docile come un’agnello o puzzolente come una Capra.
Traditori e vanitosi
Diverso è quando invece si usano gli animali per identificare una certa qualità etica, morale od anche psicologica. In questi casi gli errori sono spesso marchiani. Per esempio se “Solo come un cane” può essere in parte vero riferendosi ai cani randagi (che peraltro in molte zone d’Italia formano branchi anche numerosi e a volte addirittura pericolosi), poco c’entra la Capra con la cultura (“Ignorante come una Capra”) così come l’Asino che, come tutti gli animali, sono entrambi notoriamente privi di titolo di studio. Anche il serpente in realtà non è particolarmente “Infido” o “traditore”: qui ci ha pensato la Bibbia a rovinare per sempre, ma a torto, la reputazione di tutti i rettili della Terra. Anche i presunti “vanitosi” pavoni e civette si limitano a comportarsi nel modo più efficace per attirare i potenziali partner e difendere i loro territori, mentre “il cervello di gallina” non è molto diverso da quello di altri Galliformi ed uccelli.
Stupido come un allocco?
A proposito di animali dichiarati per stupidi, concludiamo questa breve e curiosa carrellata con un ultimo modo di dire che interessa appunto il simbolo dell’imbranataggine, ovvero l’Allocco. Con il noto epiteto “Sei un Allocco” si intende, un po’ in tutta Italia, una persona stupida, poco sveglia. Ma anche in questo caso, è davvero così? E allora vi racconto un episodio a proposito della (presunta) stupidità di questi uccelli notturni.
Alla fine degli anni ’80, fresco di Laurea, stavo collaborando con un collega dell’Università di Pavia ad una ricerca sui rapaci notturni in ambiente urbano. Nella grande Torre Civica della città, eretta nel XI secolo, nidificava da anni una coppia di allocchi, che monitoravamo regolarmente. In quell’ultima uscita di fine febbraio, nel pieno della loro stagione riproduttiva, stranamente non trovammo alcuna traccia di questi uccelli. Non ci capacitavamo della loro sparizione, dopo che ancora a dicembre ne avevamo rilevata l’usuale presenza. Solo la mattina di venerdì 17 marzo 1989 capimmo: all’improvviso alle 8.55 del mattino, con un boato che scosse tutto il centro cittadino, la grande torre crollò rovinosamente, sgretolando 8 000 m³ di mattoni, sabbia e granito e portando con sé le vite di quattro persone.
Gli uccelli che stavamo studiando evidentemente avevano avvertito che qualcosa stava accadendo nel loro sito riproduttivo e si erano allontanati per tempo. E li chiamano “allocchi”!
Fuente: ARMANDO GARIBOLDI – Rivista Natura