La studentessa italiana che ispira Putin: «Russia darà asilo a chi respinge omosessualità e globalismo»

Permesso di soggiorno più facile per quegli stranieri che «condividono i tradizionali valori spirituali e morali». È l’idea del presidente russo Putin e la sua «musa» è una ragazza italiana: Irene Cecchini. Partiamo dalla fine: Vladimir Putin ha firmato un decreto col quale facilita il trasferimento in Russia di stranieri che condividono quelli che Mosca definisce «valori tradizionali». Il documento parla di «sostegno umanitario». In cosa consiste: secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa russe Ria Novosti e Tass, il ministero degli Esteri di Mosca compilerà un elenco di Stati che secondo la Russia imporrebbero «linee guida ideologiche neoliberali distruttive che contraddicono i tradizionali valori spirituali e morali russi».  Secondo il decreto «stranieri e apolidi potranno ottenere permessi di soggiorno temporanei nella Federazione russa oltre a quelli previsti dal sistema di quote e senza prova della conoscenza della lingua russa, se vogliono trasferirsi perché i loro Paesi perseguono politiche che impongono linee ideologiche neoliberali distruttive». Solo a febbraio Putin aveva parlato, in un incontro pubblico, con una studentessa milanese. Lui aveva elogiato l’Italia, lei si era detta innamorata della Russia. La ragazza era andata oltre, avanzando la proposta di «permettere agli stranieri che condividono i nostri valori e che sognano di trasferirsi in Russia di farlo rapidamente».   La studentessa in questione si chiama Irene Cecchini. Nata a Milano ma cresciuta nel Basso Lodigiano, la 22enne è diplomata al liceo Classico Melchiorre Gioia di Piacenza e frequenta la facoltà di Affari governativi e internazionali all’Università MGIMO di Mosca. «Irene ha dimostrato fin da subito un interesse per gli aspetti geopolitici e la politica internazionale – ha ricordato la dirigente scolastica Cristina Capra del liceo Gioia -. Questo interesse si è sviluppato ulteriormente durante gli anni scolastici, grazie anche al sostegno e all’incoraggiamento dei suoi insegnanti». Cecchini ha difeso la Russia anche dopo quello scambio di battute con Putin, una volta raggiunta dalla stampa italiana: «Quella che vedete in Italia non è la realtà: qui si sta benissimo. È un Paese libero che dà opportunità a tutti. Il racconto della Russia illiberale, dittatoriale è una costruzione dell’Occidente che da anni attacca Mosca – ha precisato –. L’Occidente ha sempre considerato questo Paese come la pecora nera. La Russia non ha fatto altro che difendersi». Ha detto quindi di sperare nella cittadinanza russa «So che i miei mi sono vicini e approvano le mie scelte». Il decreto di Putin per accogliere quanti «fuggono» dalle politiche liberali dell’Occidente sembra l’epilogo di quel siparietto lombardo-russo e rafforza il leitmotiv del putinismo del «mondo russo»: uno spazio non solo geografico ma anche valoriale.

Nadia Palazzolo