19 marzo, 2024


Èiniziata l’estate e l’epidemia di Covid-19 ormai da diverse settimane sta ripiegando, con pochi casi gravi e di conseguenza pochi ricoveri e pochi decessi. La domanda che tutti si pongono riguarda il prossimo autunno: ci sarà una seconda ondata? Sarà addirittura peggiore della prima, come ha detto qualcuno? Gli epidemiologi da talk show sono più o meno come gli astrologi in dicembre, ognuno dice la sua e qualcuno azzeccherà la previsione… anche se, a pensarci bene, nessun astrologo ha previsto cosa sarebbe successo in questa prima metà di anno bisesto!
Per prevedere il futuro dobbiamo analizzare il passato
Devo confessare che fino ai primi giorni dell’epidemia il sottoscritto era fra quelli che pensavano che alla fine un’epidemia di virus delle prime vie respiratorie non potesse essere una catastrofe mondiale. Invece i numeri dei morti, le rianimazioni piene, i sistemi sanitari dei vari Paesi del mondo caduti uno dopo l’altro, salvo poche eccezioni, hanno dimostrato il contrario. Un nuovo virus delle prime vie respiratorie, che trova tutta la popolazione suscettibile, può infettarne larghe fasce e provocare quello che alla fine è successo. In altre parole, se gli infettati sono milioni i malati gravi e i morti saranno centinaia di migliaia. Tutto ciò è accaduto con un virus la cui pericolosità per il singolo soggetto che si infetta è estremamente bassa.
Cosa è successo in Italia settentrionale in gennaio e febbraio?
È successo che mentre venivano bloccati i collegamenti aerei con la Cina e si controllavano attentamente tutti i collegamenti con l’Asia, il virus era già entrato da mesi. Oggi sappiamo che i primi casi si sono verificati verosimilmente nell’autunno del 2019. L’esplosione repentina dei numeri della pandemia in Italia fra febbraio e marzo 2020 è stata causata dal fatto che già tantissime persone avevano contratto e diffuso l’infezione. Questo accadeva anche in maniera asintomatica, portando di conseguenza ai grandi numeri di pazienti che hanno saturato reparti di degenza e terapie intensive.
Oggi la situazione è sotto controllo
I provvedimenti di chiusura, l’uso dei dispositivi di protezione individuale e il cosiddetto “distanziamento sociale” hanno sortito i loro effetti e l’epidemia è sotto controllo. I numeri sono estremamente ridotti e – soprattutto – sembrano spariti i casi gravi, al punto che alcuni ritengono che il virus si sia in qualche modo addomesticato. Non è vero niente, non c’è nessuna dimostrazione di attenuazione del virus. Quello che sta accadendo è che oggi il sistema di individuazione dei casi è molto più efficiente, perché vengono fatti molti più tamponi sul territorio. Nei mesi dell’emergenza il sistema sanitario era capace di fare il tampone prevalentemente ai soggetti più gravi che giungevano in ospedale. Oggi che i casi sono meno numerosi e vengono eseguiti tantissimi tamponi non solo ai malati, ma anche a tutti i loro contatti, abbiamo una rappresentazione corretta di quella che è sempre stata la gravità della malattia, molto minore di quanto appariva nei mesi passati.
Il futuro…
So che deluderò i miei lettori, giunti fino a questo punto sperando di avere risposta alla domanda del titolo. Ma… Io cosa succederà in autunno non lo so. So però cosa non deve succedere.
So che il Servizio Sanitario Nazionale questa volta deve essere pronto a rispondere a una possibile ripresa dei contagi. Ciò può accadere perché l’autunno è periodo favorevole alla diffusione delle infezioni respiratorie. Sono certo, però, che questa volta non accadrà che il virus si possa diffondere in incognito e travolgere nuovamente le terapie intensive. Quanto sta accadendo in questi giorni può dare un’idea del futuro: stiamo vedendo piccoli focolai epidemici in giro per l’Italia. Si pensi a quello di Bologna, in una ditta di trasporti internazionali, o a Roma o a Mondragone. In tutti questi casi è avvenuto che singoli soggetti visitati in ospedale con sintomi di COVID-19 hanno avuto una rapida diagnosi, con successiva attivazione di un controllo a tappeto, con tampone a tutti i soggetti che erano stati a contatto con loro. Così sono stati trovati e posti in isolamento centinaia di contagiati e così questi piccoli focolai verranno estinti.
Le tre T
Dicono i sacri testi che il controllo delle epidemie è fondato sulle tre T: Testare (individuare i casi), Trattare (curare i malati) e Tracciare. Nella prima fase dell’epidemia la terza T, cioè l’individuazione di tutti i contatti del paziente, è mancata quasi del tutto. In questa estate che speriamo tranquilla, il sistema sanitario si deve dotare della capacità di eseguire centinaia di migliaia di tamponi subito. Chiunque abbia anche minimi sintomi respiratori o febbre dovrà poter chiamare il suo medico, il quale dovrà avere la possibilità di far eseguire il tampone e ottenerne la risposta entro 24 ore. In caso di positività il soggetto sarà isolato e tutti quelli con cui è stato in contatto dovranno essere isolati e testati nelle settimane successive. Tutto ciò naturalmente non ci esime dal continuare a praticare quanto abbiamo imparato: finché sarà necessario, mascherina nei contatti ravvicinati e mani pulite…
DOC. P.G.